L’ex sottosegretaria alla Cultura del Governo Renzi, Francesca Barracciu (Pd), è stata condannata a 4 anni di reclusione per peculato aggravato nell’ambito dello scandalo sui fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna e spesi per fini non istituzionali.
La sentenza è stata pronunciata dalla seconda sezione del Tribunale di Cagliari dopo circa un’ora e mezzo di camera di consiglio. Il pubblico ministero Marco Cocco aveva sollecitato per l’imputata 5 anni di carcere.
“Questo è il primo tempo di una partita che ne ha tre”. È combattiva l’ex sottosegretaria Francesca Barracciu, anche se non nasconde lo choc della condanna a 4 anni appena ricevuta per lo scandalo dei fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. “La strategia scientifica utilizzata dai miei difensori credo che varrà in seguito – ha sottolineato – Sono trascorsi quattro anni molto duri. Ho rinunciato, unica in Sardegna, alle cariche che rivestivo quando sono stata raggiunta dall’accusa di peculato”.
L’esponente del Pd, a cui sono state contestate spese illecite per 80mila euro, ha poi ricordato le vicissitudini degli ultimi anni seguite all’incriminazione, che le costò la rinuncia all’investitura come candidata alla guida della Regione Sardegna per il centrosinistra dopo il successo ottenuto alle primarie. “Sono stata travolta politicamente in solitudine – ha ammesso – questa cosa mi ha rafforzato molto e questa vicenda penso mi abbia anche fatto diventare una persona migliore. Con questa forza affronterò il secondo grado, certamente ora un po’ scossa. E non lo nascondo”. A chi le chiedeva se ritiene la sua condanna una sentenza politica, Francesca Barracciu ha risposto: “No non lo è, non sono complottista e non lo sono mai stata. L’avermi messa ad affrontare in solitudine questo processo rispetto agli altri trenta miei colleghi credo che abbia dei profili di dubitabilità importanti. Non penso a un complotto, ma voglio ricordare a tutti voi che mi sono addormentata il 30 settembre 2013 alle due del mattino come candidata alla presidenza della Regione e alle 8 del mattino dell’1 ottobre avevo l’avviso di garanzia in casa. È non ho null’altro da aggiungere”.
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