Foto: Olbia Calcio

È un Bernardo Mereu visibilmente carico nel volto e nelle argomentazioni quello che si presenta in conferenza stampa per rispondere alle domande in vista della sfida di oggi contro la Lucchese. Per una 17ª giornata di campionato che segnerà il ritorno dell’Olbia al “Nespoli” a distanza di un mese esatto dall’ultima apparizione (vittoriosa) con la Giana Erminio.

In mezzo quattro turni e tre trasferte corrisposte a tre ko. L’approccio al match contro i rossoneri toscani non può prescindere da un ritorno all’analisi dei recenti inciampi. È un’Olbia che è mancata proprio quando avrebbe dovuto alzare il livello? “Non ho mai posto obiettivi specifici a questa squadra – ha risposto il tecnico – se non quello di ragionare domenica dopo domenica per cercare di far sì che ogni prestazione potesse essere giocata esprimendo al massimo le proprie conoscenze. È vero però che il percorso che porta a raggiungere maturità ed equilibrio richiede una capacità supplementare che si acquisisce soltanto con il tempo e con il lavoro. Noi abbiamo iniziato e siamo sulla strada giusta, è normale che tutti vorrebbero anticipare i tempi. Sono tranquillo perché ho cieca fiducia nei ragazzi, nel loro impegno e nella loro applicazione. Così come ho fiducia che l’ambiente di Olbia capisca lo sforzo profuso da tutti per raggiungere maturazione, successi e spettacolo”.

Sulle tre sconfitte consecutive, Mereu argomenta in maniera precisa: “Ad Alessandria siamo mancati sia nell’approccio che nella capacità di correggere in corsa l’inerzia della gara, ma le prestazioni offerte contro Livorno e Prato dicono che abbiamo lasciato sul campo almeno due punti meritati. Certo, nell’ultima gara forse abbiamo giocato meno bene, ma la squadra di casa non ha mai tirato in porta e le uniche vere occasioni da gol le abbiamo avute noi. Se poi aggiungiamo che la rete della vittoria è arrivata su palla inattiva per un nostro autogol e che al 92′ ci hanno negato un rigore nettissimo, si hanno tutti gli elementi per capire che i ragazzi non meritavano la sconfitta”.

Nessun alibi, però. L’Olbia può e deve fare di più. Lo sprone arrivato dal direttore Carta nel post partita testimonia la necessità di riprendere a inserire le giuste marce: “Il primo responsabile sono sempre e solo io, le parole del direttore sono state uno stimolo per tutti. Perché è vero che in campo bisogna andare sempre con uno spirito da battaglia vera, per tutti i 90′. L’Olbia è una buona squadra che ha nelle sue corde un campionato di buon livello e che non si deve porre limiti. Io devo pensare a lavorare e fare tutto secondo scienza e coscienza”.

Si viene dunque all’avversario di turno. Una Lucchese, appaiata in classifica ai bianchi, in piena emergenza (mancheranno 7 giocatori per infortunio più uno per squalifica), reduce dal tonfo interno con la Giana (3-0), ma anche dal sacco compiuto ai danni dell’Arzachena due settimana fa: “La Lucchese è una squadra importante per la categoria composta da giocatori esperti, che hanno soprattutto un elevato numero di presenze in Serie C e che stanno disputando con merito un ottimo campionato. Mi aspetto un avversario che verrà a Olbia con il coltello tra i denti per riscattarsi, ma più di tutto mi aspetto una reazione dai miei ragazzi. Con la giusta rabbia che non deve mai tradursi in isteria. Il pareggio un risultato da cercare? No, l’Olbia gioca sempre e solo per ottenere il massimo. Che nel calcio è la vittoria”.

Mister Lopez potrà contare sul ritorno, dopo la squalifica, del trequartista Fanucchi, 36 primavere alle spalle e capocannoniere della Lucchese con 6 reti, le ultime (2) delle quali proprio al Nespoli contro l’Arzachena: “Un giocatore che in questa categoria ha sempre fatto la differenza. L’attenzione che avremo su di lui sarà elevata, ma senza particolari alchimie tattiche perché il rafforzamento della nostra identità è prioritario. Chi toglierei alla Lucchese? Sicuramente proprio Fanucchi, ma anche il portiere Albertoni è un ottimo giocatore”.