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Le relazioni commerciali e sociali tra le antiche civiltà del Mediterraneo, la centralità della Sardegna negli scambi commerciali e culturali fin dalle età più remote, ma anche le prospettive di una collaborazione tra alcune delle principali istituzioni museali internazionali che si concretizzerà con una grande mostra già nella primavera 2018 e le potenzialità turistiche della valorizzazione del patrimonio archeologico sardo: su questi quattro punti principali si è focalizzata la giornata di studi sul tema “Le civiltà e il Mediterraneo”, organizzata a Cagliari dall’assessorato regionale del Turismo, in collaborazione con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, il Mibact – Polo Museale della Sardegna, la Fondazione Sardegna, il supporto di Ermitage Italia, l’organizzazione di Villaggio Globale International e il patrocinio del Comune di Cagliari.

Direttori e conservatori di importanti Musei italiani, europei e del bacino mediterraneo si sono dati appuntamento alla Manifattura Tabacchi per approfondire i rapporti intessuti nel Mediterraneo tra il nord dell’Africa, la Penisola iberica e l’Italia, verso l’Illiria e la Grecia, nel Medio Oriente fino al Caucaso e oltre, oltre a presentare le rispettive collezioni e tracciare collegamenti che hanno rimarcato l’intensità degli scambi nel Mediterraneo fin dagli albori dell’Età del Bronzo. Dopo i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, della direttrice del Polo Museale della Sardegna – Mibact Giovanna Damiani , dei rappresentanti degli assessorati regionali del Turismo e della Cultura e della Fondazione di Sardegna e di Gianluca Lioni, portavoce del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, i lavori si sono aperti col coordinamento di Maurizio Cecconi, amministratore delegato di Villaggio Globale International e segretario generale di Ermitage Italia.

Tra la sessione mattutina e quella pomeridiana sono intervenuti: Yuri Piotrovsky del Museo Ermitage; Marco Minoja, Segretario Generale MIBACT Lombardia; Nawroth Manfred del Museum for Pre and Early History-National Museums di Berlino; Paolo Giulierini del MANN di Napoli; Domna Terzopoulou dell’Archaeological Museum di Salonicco; Deni Toji del Museum of Croatian Archeological Monuments di Spalato; Roberto Concas del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari;Zurab Makharadze del Georgian National Museum di Tbilisi; Josep Albert Cortes i Garrido Fondation del MARQ di Alicante; Carlo Luglié dell’Università di Cagliari e Fatma Nait-Yghil dell’Istituto Nazionale del Patrimonio e Musée Bardo di Tunisi. Tra gli spunti di particolare interesse per un pubblico interessato e numeroso in tutto l’arco della giornata, l’importanza della Sardegna come “piattaforma” commerciale ad ampio raggio verso tutto il bacino mediterraneo, ribadita da vari interventi, e i parallelismi tra le strutture megalitiche tipiche della Sardegna come nuraghi e tombe dei giganti e quelle dell’area del Caucaso, sottolineate nelle relazioni di Piotrovsky e Makharadze, che hanno anche evidenziato, con molteplici esempi fotografici, le vicinanze stilistiche della bronzettistica sarda e caucasica.

“Il nostro passato per attirare il turismo giusto”. Ma, oltre all’aspetto culturale, al filo rosso che lega le culture mediterranee, durante il convegno sono emerse con forza le potenzialità in chiave turistica che scaturiscono dalla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e storico – archeologico. Dalla memoria e dal passato possono nascere occasioni di sviluppo sostenibile e lavoro per i territori. Lo ha detto anche il presidente Francesco Pigliaru, intervenuto all’apertura della sessione pomeridiana. “Grazie alla grande eredità del nostro passato, e faccio riferimento alla civiltà nuragica ma non solo, abbiamo l’opportunità di attrarre il turismo giusto: quello che arriva anche fuori stagione, che è gentile con l’ambiente, che è curioso e vuole fare un’esperienza intrisa di cultura e paesaggio”, ha detto Pigliaru.