I segnali di rilancio sono ancora timidi, la percezione della ripresa molto limitata, ma la strada intrapresa dal mondo della cooperazione nel sud Sardegna è quella giusta e i dati lo dimostrano. E’ quanto emerso dall’assemblea annuale di Confcooperative Cagliari, che si è tenuta alla Vetreria di Pirri.
Tre i tavoli di confronto che partendo dal tema dell’incontro “Orientare il cambiamento – nuove sfide tra criticità e opportunità”, hanno visto i rappresentanti del mondo associativo fare il punto sullo stato di salute delle cooperative legate ai diversi settori che spaziano da quelli sociali e sanitari, alla produzione di servizi e lavoro sino a quelli turistici culturali e dell’agroalimentare.
Trovare nuove strategie per fronteggiare la crisi e orientarsi verso una ripresa più stabile e realmente percepita, è stata l’occasione per snocciolare i dati che fotografano luci e ombre della cooperazione nella provincia di Cagliari.
Un sistema, quello di Confcooperative che attualmente conta nel sud dell’isola, 7.050 soci suddivisi in 225 cooperative attive che danno lavoro ad oltre 3.700 persone per un costo lavoro di 72 milioni e un fatturato complessivo provinciale di 143 milioni di euro annui. Notevole la presenza femminile, con 75 donne presidenti di cooperativa per un’incidenza del 33 per cento a fronte di un 25 per cento nazionale.
“Questi ultimi anni sono stati segnati da una crisi senza precedenti non solo per la durata, alla fine siamo già arrivati a 10, ma anche per una crisi finanziaria mai vista – sottolinea Roberto Savarino, presidente di Confcooperative Cagliari – una sorta di rivoluzione industriale 4.0 che ha cambiato e sta cambiando tutto ciò a cui eravamo oramai abituati e si è trasformata in rivoluzione sociale prima ancora che economica. In Sardegna, l’impatto di questi anni ha avuto e ha effetti devastanti, più pesanti rispetto ad altre realtà e dunque non possiamo più affidarci al carattere tipicamente anticiclico delle cooperative ma bisogna metterci del nostro per provare a risollevare questa difficile situazione e invertire la tendenza che è davvero preoccupante”.