“Avrei voluto essere lì con voi, era un momento di approfondimento importante ma anche una occasione per ricordare Manuela Loi, una ragazza splendida, bella come il sole, come dicevano i suoi colleghi e come Paolo stesso la definiva, che ha sacrificato la sua giovane vita nell’adempimento del dovere”. Così Rita Borsellino, nel suo intervento videoregistrato trasmesso pochi istanti prima che venisse scoperto il quadro dedicato a Manuela Loi, la poliziotta di Sestu morta nel 1992 nella strage di via d’Amelio a Palermo con il giudice Paolo Borsellino. Il dipinto è stato donato all’Università di Cagliari nel corso della conferenza “L’evoluzione delle mafie, dallo stragismo a oggi”, che si è tenuta nell’aula magna della facoltà di scienze economiche giuridiche. Un incontro in cui si è parlato dell’evoluzione della mafia e della sua trasformazione.
Gli interventi sono stati affidati all’ex questore di Cagliari, il prefetto Filippo Dispenza, al procuratore della Repubblica del capoluogo, Maria Alessandra Pelagatti, al sostituto procuratore nazionale antimafia Diana De Martino, all’avvocato e professore dell’Ateneo cagliaritano, Leonardo Filippi, al presidente della Federazione antiracket italiana, Gaetano Grasso e allo scrittore e giornalista Lirio Abbate.
Presenti la rettrice Maria del Zompo, il questore Pierluigi D’angelo e la Prefetta Tiziana Giovanna Costantino che hanno aperto la conferenza. “Emanuela oggi non sarebbe più una ragazza, avrebbe compiuto 50 anni, sarebbe una donna adulta e invece la sua vita si è fermata in quel momento – ha ribadito Rita Borsellino – Spesso si pensa a quel momento, a quello che è accaduto come una sconfitta. Bisogna considerare tutto quello che è accaduto dopo, tutti i risultati che sono stati ottenuti, le strade nuove che si sono aperte, considerare quanto si è fatto di positivo. Qualcuno – ha concluso – ci ha tracciato la strada e noi oggi stiamo camminando su quel percorso. L’importante è crederci e non scoraggiarsi”.