Bisognerà attendere almeno 30 giorni per conoscere il verdetto del Tar Sardegna sul ricorso presentato dai Comitati Zero Waste e Non Bruciamoci il futuro e dai Comuni di Arzana, Gavoi, Olzai e Sarule contro il piano dei rifiuti varato nel 2016 dalla Regione. Davanti ai giudici, oggi, l’ultimo dibattimento nell’udienza pubblica a Cagliari: da una una parte l’avvocato dei comitati e delle amministrazioni comunali, Mauro Barberio, dall’altra quello della Regione, Mattia Pani.
“Il piano dei rifiuti del 2008 è stato redatto in due anni, quello del 2016 in soli tre mesi perché la Regione aveva fretta di aggiornare la vecchia programmazione per colmare un ritardo evidenziato dall’Europa con una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia – ha spiegato Barberio in aula – Un piano che ha determinato l’inserimento di un nuovo termovalorizzatore che produce 60 mila tonnellate di rifiuti all’anno e che non è stato ritenuto degno di passare dalla valutazione ambientale strategica (Vas) perché la Regione afferma che era un mero aggiornamento”. “I Comuni non sono stati sentiti, perché si doveva correre”, ha denunciato l’avvocato. Non solo.
I numeri su cui si è basato l’aggiornamento sono datati: “l’esame sulla qualità dell’aria è del 2006 – ha precisato Barberio – quelli sulle emissioni pericolose del 2000”. Il legale della Regione si è rimesso alle memorie scritte, ribadendo la correttezza dell’operato dell’amministrazione e sottolineando alcuni aspetti. Il primo riguarda la procedura di infrazione da parte della Commissione Ue. “Oggi è arrivata una nota da Bruxelles che afferma che la Commissione si è sbagliata: la procedura riguardava solo documenti non completi”, ha riferito l’avvocato. In pratica, secondo Pani, decadrebbe uno dei motivi alla base dei ricorsi, anche quelli precedenti a questo. Altra questione è il mancato coinvolgimento delle comunità locali: “il piano non è stato completato in soli tre mesi – ha replicato l’avvocato della Regione in udienza – i colloqui con l’Anci sono stati avviati a partire dal 2015 e quindi i Comuni sono stati sentiti”.
Stop inceneritore, sit-in comitati e sindaci davanti al Tar – VIDEO