Sarà solo uno il processo a Nuoro per la tragica alluvione del 18 novembre 2013 che seminò morti e distruzione in gran parte della Sardegna. Lo ha deciso il tribunale in composizione collegiale – presidente Giorgio Cannas – accogliendo la richiesta di unificazione dei tre tronconi d’inchiesta formulata da tutti gli avvocati difensori. Saranno 80 gli imputati che dovranno comparire il 13 marzo 2018 davanti al giudice monocratico – lo stesso Cannas – per rispondere a vario titolo dei reati di omicidio colposo e disastro colposo, tutti reati per i quali il tribunale ha deciso la competenza del giudice monocratico.
Degli 80 imputati 30 sono coinvolti nel crollo del ponte di Oloè, sulla provinciale Oliena-Dorgali, in cui morì il poliziotto Luca Tanzi; 38 per l’esondazione della diga Maccheronis, a Torpé, che intrappolò in casa, uccidendola, l’anziana Maria Frigiolini; 19 infine per il cedimento del ponte sul rio Sologo a Galtellì. Le parti civili hanno chiesto di citare come responsabili civili il ministero dei Trasporti, la Regione Sardegna, il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale, la Provincia di Nuoro, il Comune di Torpé e l’impresa Giuseppe Maltauro Spa che appaltò i lavori di ampliamento della diga Maccheronis. Su questa istanza il tribunale si è riservato di decidere.
Nei tre filoni di indagine sono imputati dirigenti e amministratori di enti locali e rappresentanti di imprese private, tra questi l’ex presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu, l’allora comandante provinciale della Forestale Gavino Diana e l’ex direttore generale Carlo Masnata, gli ex assessori provinciali Franco Corosu e Paolo Porcu, il responsabile della Protezione civile Paolo Marras, i dirigenti Antonio Gaddeo, Mario Viola, Giovanni Deiana, Giovanni Pirisi, Maria Lucia Fraghì e Sebastiano Bussalai.