Stazione della metropolitana di superficie di Santa Maria di Pisa, Sassari. Non una stazione lunare, come potrebbe sembrare allo sguardo, ma uno snodo importante e fondamentale nel meccanismo dei trasporti di una città di 130mila abitanti situato in un quartiere particolarmente sensibile e delicato come Santa Maria di Pisa. “Una stazione in totale abbandono, senza illuminazione, con binari privi di protezioni e barre di sicurezza e, quindi, pericolosa per la sicurezza stessa dei cittadini. Un capolinea al buio, è inammissibile”.
Così Desirè Manca, portavoce in consiglio comunale del Movimento Cinque Stelle, nell’interrogazione presentata a palazzo Ducale. “Quali sono le azioni poste in essere dall’Amministrazione del sindaco Nicola Sanna per mettere in sicurezza la stazione di Santa Maria di Pisa, contribuendo quindi a migliorare le condizioni di vita dei cittadini sassaresi? E a proposito di metropolitana di superficie, che fine ha fatto il tanto decantato progetto di allungamento del tratto percorribile sino a Li Punti? Si tratta forse delle solite, vane, promesse fatte alla gente dal PD sassarese? Vorremmo risposte, attendiamo risposte”.
Un passo indietro, utile come background. A fine ’96 la Gestione Governativa delle Ferrovie della Sardegna bandisce una gara d’appalto da 30 miliardi di vecchie lire, di cui 8 destinati al materiale rotabile, alla progettazione e alla realizzazione di una linea tranviaria Emiciclo Garibaldi-Buddi Buddi. Il 27 ottobre 2006 viene inaugurato il tratto piazza Stazione-Emiciclo Garibaldi. Sempre nel 2006 viene approvato il finanziamento per la realizzazione del secondo lotto. L’11 settembre del 2009, tre anni dopo, è attivato il prolungamento della tratta sino a Santa Maria di Pisa.
“Nel 2013 è stato prevista la costruzione del prolungamento che passando per Sant’Orsola avrebbe dovuto collegare la città a Li Punti: ad oggi i lavori non sono ancora iniziati – sottolinea Desirè Manca -. Importante evidenziare che la gestione della metropolitana di superficie oggi è affidata all’Arst; ed è importante sapere che esisteva un finanziamento da 78 milioni di euro, depennato a fine 2015 e in parte recuperato grazie al Patto per lo Sviluppo della Sardegna firmato nel luglio scorso a Sassari dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal governatore della Regione Francesco Pigliaru. Oggi, oltre alle risposte dovute, è giunto il tempo dei fatti, tangibili e concreti”.