“In un terreno di Macchiereddu ci sono i resti di una persona scomparsa molti anni fa”. Questo il tenore della segnalazione anonima ricevuta oggi dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari. L’informazione farebbe riferimento a un uomo sparito decine di anni fa nel capoluogo sardo. I militari hanno avviato gli accertamenti in tutto l’agglomerato industriale di Macchiareddu, nel comune di Assemini, ma al momento non hanno trovato riscontro alla segnalazione.
Tra i ‘gialli’ irrisolti in Sardegna, spicca la misteriosa scomparsa negli anni ’80 dell’avvocato cagliaritano Gianfranco Manuella. Tutto ebbe inizio il 22 aprile 1981. Sulle prime, gli inquirenti seguirono una pista di traffici illeciti legati alla base Nato di Decimomannu, poi vi fu una svolta improvvisa, grazie alle dichiarazione di un “pentito”: Sergio Piras. Furono lui e altri “pentiti” (Pino Pesarin e Marco Marroccu) – forse indirizzati da qualcuno – ad affermare che l’avvocato era stato assassinato e a collegare questo episodio all’omicidio di Giovanni Battista Marongiu, pregiudicato, e a grossi traffici di droga in cui sia lui che Manuella sarebbero stati coinvolti.
Da queste pesanti dichiarazioni si originò una spirale infernale che trascinò nel suo vortice decine e decine di cittadini, alcuni già noti alle autorità giudiziarie, altri assolutamente incensurati, tra i quali quattro avvocati: Giampaolo Secci, Aldo Marongiu, Sergio Viana e Giuseppe ‘Bepi’ Podda. Quattro professionisti che si ritrovarono improvvisamente “dall’altra parte”, chiamati a difendersi da accuse gravissime: traffico di stupefacenti, associazione per delinquere e omicidio. Ci vollero poco meno di due anni (dal 2 dicembre 1981 all’8 ottobre 1983), trascorsi in isolamento in carcere, e 103 udienze perché si arrivasse alla sentenza di primo grado, con cui furono assolti da tutte le accuse. Ma la scomparsa di Manuella resta tuttora avvolta nel mistero e tra le possibili spiegazioni c’è anche la sparizione volontaria.