Ergastolo per Graziano Mesina.
E’ questa la richiesta del Pg Giorgio Bocciarelli per l’ex primula rossa del banditismo sardo a processo a Sassari, in Corte d’assise di appello, con l’accusa di essere stato il mandante di un omicidio avvenuto a Mamoiada (Nuoro) la notte di Natale del 1974. Mesina era detenuto quando avrebbe ordinato l’assassinio di Santino Gungui. In primo grado davanti al Gup, il 28 ottobre 2016, Grazianeddu era stato assolto con formula piena e la Procura si era subito appellata.
Il magistrato – lo stesso che sostenne l’accusa in primo grado – ha contestato la sentenza del giudice di Nuoro e ha ripercorso tutte le tappe della sua requisitoria del 2016 soffermandosi su quella che ritiene la prova schiacciante della colpevolezza di Mesina: una intercettazione ambientale del marzo 2012 – nell’ambito dell’inchiesta per associazione a delinquere che aveva portato il bandito di nuovo in carcere nel 2013 – all’interno della sua Porsche Cayenne, in cui l’ex latitante avrebbe detto all’autista in sardo di aver commissionato dal carcere la morte di Santino Gungui perchè non gli aveva restituito del denaro frutto di traffici illeciti. Una frase che il Gup di Nuoro aveva interpretato in altro modo: Mesina stava dicendo che la vittima doveva restituire una certa somma non a lui ma a una terza persona. Da qui l’assoluzione. La prossima udienza è fissata per lunedì 27 novembre: parleranno le due avvocate che difendono l’imputato, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier. Il 6 dicembre i giudici entreranno in camera di consiglio e per lo stesso giorno è attesa la sentenza.