Martedì 21 novembre sarà una data da ricordare per la Democrazia Paritaria della Sardegna. La possibilità di conferire o togliere dignità a questa data è nelle mani, nell’intelligenza e nella coscienza di 60 onorevoli cittadini, eletti con una legge elettorale vecchia e discriminatoria che ha consentito a sole 4 donne di accedere alla massima Assemblea Regionale. Un gap rappresentativo che ha tracciato l’evidente distacco fra la classe politica e il mondo femminile.
Autorevoli rappresentanti della società civile, istituzionale, culturale e accademica della Sardegna si uniscono alla battaglia che il “Coordinamento3 – Donne di Sardegna” sta portando avanti in favore del recepimento della L. n.20/2016 che disciplina l’adeguamento delle leggi elettorali nelle singole regioni, laddove previsto il sistema delle preferenze, con l’introduzione della Doppia Preferenza di Genere. L’approvazione della norma, risolverebbe il vulnus costituzionale insito in un’ eventuale mancata attuazione.
Pertanto, un vivo apprezzamento ai Consiglieri che si sono schierati da subito a favore della nostra rivendicazione, nei contenuti, nelle forme e nei tempi ed un appello a quanti invece, refrattari all’affermazione dei diritti di democrazia e civiltà, perderanno l’occasione per superare il proprio egoismo e contribuire realmente all’ emancipazione della nostra Regione. Se la doppia preferenza di genere martedì verrà bocciata con voto segreto, come le ultime manovre ci inducono a credere, i responsabili di tale insolente violazione del diritto, sappiano che non solo non avranno mai il nostro voto, ma che la lista coi loro nomi verrà divulgata pubblicamente durante le campagne elettorali allo scopo di indurre tutte le elettrici e gli elettori della Sardegna ad una scelta politica superiore, rassicurante eticamente, portatrice di trasparenza e progresso, di libertà, legalità, serietà e rispetto. Cari Consiglieri, non bruciate il futuro della Sardegna.