“Sicurezza a rischio nel carcere di Oristano-Massama” dove si trovano reclusi esponenti di primo piano di mafia, camorra e ndrangheta. La denuncia è della Fns Cisl della Sardegna che mostra “preoccupazione per le anomalie che rivestono particolare interesse sulla strumentazione che deve garantire un certo livello di sicurezza dell’Istituto penitenziario. Una grave situazione questa –dice Giovanni Villa, segretario regionale aggiunto – che non può più essere più sottaciuta”.
Il sindacato Poliziotti penitenziari Cisl, sostiene che “partendo dall’ingresso dell’Istituto si indica che la cancellata funziona ad intermittenza e pertanto costringe il personale ad aprire e chiudere manualmente spingendo prima e tirando dopo con innumerevole sforzo fisico. Ancora, per tenere chiuse le enormi ante ci si deve adoperare con dei tacchi di legno. Il sistema dall’allarme suona in continuazione ed a tutte le ore, lo stesso fa scattare i controlli del Personale che puntualmente rileva un nulla di fatto e che prima o poi porterà ad eseguire i controlli saltuariamente o a non eseguirli affatto. Il rischio c’è, esiste e non può assolutamente essere trascurato”.
“Il continuo suonare dell’allarme –dice Villa – sta creando, specialmente nelle ore notturne, sia tra il Personale che tra i detenuti una situazione stressante portando i detenuti, già svariate volte, a proteste sbattendo le gavette, o altri oggetti, ai cancelli delle celle e alle grate delle finestre perché non si riesce più a riposare. Ciò comporta – prosegue il sindacalista – un aumento di tensione che di giorno viene scaricato sul poliziotto che espleta il proprio servizio all’interno della sezione detentiva”.
Poi c’è il capitolo ‘videosorveglianza’ che “pare non funzioni, tanto che nella Sala regia sono stati spenti anche i monitor, i fari esterni dell’impianto di illuminazione per la maggior parte sono fulminati ed in particolare quelli dell’ingresso del penitenziario. Il Camminamento del muro di cinta – prosegue Villa – è al buio totale, e ciò ha costretto i poliziotti a munirsi di torce elettriche personali. La rete informatica è andata in tilt, creando seri problemi a tutto il sistema di lavoro informatizzato. Quanto gli impianti telefonici – prosegue – arrivano ad un sovraccarico che blocca il sistema, creando altra tensione tra gli utenti che non possono così espletare il colloquio telefonico con i familiari o gli avvocati. Anche in questo caso come sfogo i detenuti individuano il poliziotto di turno come capro espiatorio nonostante gli stessi reclusi sanno che il poliziotto non può risolvere il problema”.
“Purtroppo, come comunicato dal Direttore del penitenziario, pare – prosegue Villa – che non vi siano sufficienti risorse finanziarie per garantire una corretta manutenzione di tutti gli impianti di sicurezza e questo perdurare della situazione ha portato ai disservizi”. Il sindacato sostiene che “questo penitenziario doveva rappresentare il futuro delle carceri italiane, invece è un disastro che non si avvicina nemmeno ai penitenziari di vecchia concezione”. La Fns Cisl chiede all’Amministrazinoe penitenziaria “un immediato intervento risolutivo” per prevenire “qualche evasione o ancor peggio per qualche fatto imprevedibile”.