8 inutili riflessioni dopo Italia-Svezia:
– non si può sempre vincere, nel calcio e nella vita. Per gli italiani sarebbe bello capirlo: esistono pure gli avversari, la fortuna, le coincidenze. L’ossessione a essere precisi, perfetti, al top, infallibili non è umana, è segno di idiozia mentale purtroppo diffusa.
– come il calcio aggreghi e faccia felici/tristi le persone non esiste altro modo, e cosa ci sarebbe di male?
– uscire dai mondiali significa un mese in meno di felicità per le persone, e vederle incazzate. Preferisco vedere gente felice festeggiare che gente che si odia nell’impossibilità di cambiare il DNA della gente. Ecco, siete sicuri ne valga la pena cari perbenisti?
– dalle sconfitte si sono sempre tratti i migliori insegnamenti, almeno così è sempre successo per esperienza personale. Sicuri sarà solo tutto negativo?
– oggi a San Siro ho visto negli occhi di tanti bimbi il sogno un giorno di stare là, sul tappeto verde, a calciare un pallone. Che male farebbero?
– ho visto, poi, il gran lavoro di tanti allenatori e dirigenti che hanno portato i loro allievi allo stadio. Ho visto professionalità, cura e amore. Il calcio è solo sconfitta, soldi e nazionale che perde?
– Buffon insegna che non esista età per essere grandi e continuare a inseguire i sogni. Sacrificio e lavoro, il segreto. Non solo talento e chiacchiere.
– Fischiare un inno avversario è un segnale che mentalmente siamo ancora perdenti