Non è stata una intossicazione da metanolo ad uccidere la bambina di nove anni deceduta pochi giorni fa a Roma. Lo precisa in una nota Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni – Centro Nazionale di Informazione Tossicologica della Maugeri (IRCCS Pavia), che ha eseguito le analisi sulla bimba. “Il Centro ha fornito consulenza clinica e analitica per la piccola – spiega -. ​I dati clinici e i test analitici non hanno consentito di porre diagnosi di intossicazione da metanolo. Accertamenti sono stati disposti dall’Autorità Giudiziaria. L’intossicazione da metanolo, peraltro, avviene per ingestione, e non può essere causata da inalazioni, durante preparazione e/o manipolazione ‘artigianale’ di Slime o giochi simili. Il metanolo, inoltre, non è normalmente presente nei prodotti cosmetici e nei prodotti per uso domestico. Secondo il Centro Antiveleni, invece, la produzione a casa di Slime può esporre a rischio di intossicazione da boro quando preparati a base di questo elemento (acido borico) ma si tratta di intossicazioni lievi”.

Resta quindi ancora un mistero la causa della morte della piccola.  Nei giorni scorsi si era parlato di una intossicazione per una schiuma da barba, forse usata per fare uno ‘slime’ fatto in casa, o un’allergia, o magari una precedente cardiopatia. Nel sangue della bambina morta lo scorso 12 ottobre erano state trovate quantità elevate di metaboliti del metanolo. Sul caso indaga la Procura di Roma, che ha disposto una consulenza. Il metanolo è presente normalmente in alcuni solventi e vernici, e l’arresto cardiaco, causa del decesso della bambina, arrivata già in condizioni disperate all’ospedale Bambino Gesù di Roma, sarebbe compatibile con l’avvelenamento da questa sostanza. “Il metanolo però è vietato nei cosmetici – sottolinea Antonino Reale, che dirige la Pediatria d’urgenza dell’ospedale -, inoltre la bambina ha nove anni, non è più nella fase in cui si mette tutto in bocca. Il caso deve essere studiato approfonditamente, al momento non ci sono elementi chiari”. Dello stesso parere sembra essere la procura, che ha avviato un fascicolo di indagine, al momento contro ignoti, per il reato di omicidio colposo. La consulenza, disposta dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e dal sostituto Maurizio Arcuri e che verrà depositata entro sessanta giorni, dovrà cercare di fare chiarezza su cosa abbia causato la morte della piccola. In primo luogo i consulenti dovranno verificare se la vittima fosse affetta da malformazioni cardiache o se a causare la morte sia stata una grave forma allergica a qualche sostanza che fino ad oggi non si era palesata. In generale, spiega Reale, è comunque poco indicato mescolare sostanze chimiche sconosciute in casa. “La casa è il posto più pericoloso per un bambino tra uno e tre anni, che hanno una grande mobilità ma non il senso del pericolo – sottolinea l’esperto -. I rischi in casa derivano dai detersivi, dai farmaci o dai cosmetici lasciati incustoditi, mentre un altro luogo pericoloso è il garage, dove potrebbero trovarsi carburanti, oli o acquaragia. Un altro problema non sempre affrontato riguarda le sostanze presenti nei giocattoli non di qualità. Un contatto occasionale non è pericoloso, ma se il gioco viene leccato per mesi può rilasciare sostanze tossiche. Vale sempre l’indicazione di non travasare liquidi in bottiglie prive di etichetta, ma anche quella di non ‘fidarsi’ delle capacità dei propri bambini. Molto spesso arrivano genitori che dicono ‘mio figlio non sapeva fare questa cosa’”.