Il mondo dell’impresa sposa la battaglia per l’inserimento del principio di insularità nella Costituzione. Questa mattina a Cagliari, in occasione di un incontro organizzato dal comitato promotore presieduto da Roberto Frongia (Riformatori), hanno firmato per la richiesta di referendum anche Francesco Porcu (Cna), Alberto Bertolotti (Confcommercio), Paolo Angius (Confesercenti), Antonio Mazzuzzi (Confartigianato), Giorgio Delpiano (Apisarda), Luca Sanna (Confagricoltura).

“La firma di Coldiretti – ha detto il direttore Luca Saba – arriverà dopo un confronto all’interno dell’associazione, ma sono assolutamente ottimista”. Non erano presenti ma hanno aderito all’iniziativa anche Confindustria Sardegna, Cia e Copagri. Tutti hanno evidenziato quanto essere confinati in un’isola costituisca un forte limite per le aziende. Sanna ha parlato di “rischio Sardegna”, ossia di quella “maggiorazione occulta che le banche includono nella formulazione delle proposte delle offerte per finanziare le imprese dell’Isola”.

Bertolotti ha ricordato “la pesantezza del prelievo della mano pubblica sugli utili di impresa, circa il 74,2% che determina una menomazione della competitività delle imprese sarde rispetto a quelle italiane”. Angius ha messo in evidenza il forte gap pagato dalle aziende in termini di trasporti, in particolare “per chi come me ha un’impresa che si occupa di e-commerce, le difficoltà maggiori si incontrano nel campo delle spedizioni”. All’alto costo di trasporto dei materiali ha fatto riferimento anche Mazzuzzi di Confartigianato. “I ritardi – secondo Francesco Porcu – riguardano i trasporti, l’energia e le infrastrutture, occorre ridefinire alcuni aspetti sulla concorrenza, gli aiuti di Stato e la fiscalità di vantaggio”.

“Per infrastrutture e viabilità siamo fermi agli anni ’50”, ha detto Delpiano. Infine Luca Saba ha sottolineato “i limiti strutturali posti dall’Europa, in particolare il riconoscimento del principio di insularità rispetto alla densità di popolazione, abbiamo isole molto piccole ma con una densità molto più alta di quella della Sardegna che usufruiscono di questo riconoscimento, rispetto a noi che viviamo in un territorio ampio ma con una bassissima densità. Buona parte della nostra base associativa insiste nelle zone più svantaggiate, quindi l’adesione sarà positiva”.