Il candidato di "Cento passi per la Sicilia" Claudio Fava, durante la trasmissione Rai "In mezz'ora" condotta da Lucia Annunziata, Roma, 29 ottobre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

“La concretezza con cui noi riusciamo a parlare e individuare il luogo, il punto, il momento in cui si annida la minaccia, la presenza, la concorrenza dell’economia mafiosa, ha bisogno di un po’ meno di letteratura e un po’ più di capacità, anche di coraggio politico e civile di fare i nomi e i cognomi. Non quelli degli impresentabili perché hanno ricevuto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio, ma delle famiglie di sostanza: da Messina Denaro a Santapaola ad Ercolano, che continuano a controllare un pezzo dell’economia siciliana”. Così Claudio Fava, candidato alla presidenza della Regione Sicilia ad Agorà, su Rai Tre, a proposito delle elezioni siciliane e dell’impegno dei candidati contro la mafia.
“Questi nomi – osserva – io non li sento fare a Cancelleri, lo sento parlare genericamente di quanto sarebbe bella una Sicilia in cui nessun magistrato corre il rischio di essere ammazzato, ma la concretezza di questa incisività della mafia nell’economia siciliana resta molto fumosa”.