Una settimana, 15 giorni al massimo, poi se il ministro dello Sviluppo economico non batterà un colpo saranno gli operai dell’Alcoa di Portovesme, nel Sulcis, a far sentire di nuovo la loro voce. Sono rimasti d’accordo così i tantissimi che stamattina hanno partecipato all’assemblea convocata nella sala dell’oratorio a Carbonia dalle segreterie territoriali dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil.
Un incontro – al quale erano presenti anche i sindaci, compreso il primo cittadino di Masainas, Ivo Melis, presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis – per fare il punto sulla vertenza dopo la scadenza, il 31 ottobre scorso, del termine entro il quale la multinazionale svizzera dell’alluminio Sider Alloys avrebbe dovuto firmare il contratto di sviluppo con Invitalia per l’acquisizione dello stabilimento di Portovesme.
“Apprezziamo il lavoro fatto fino ad oggi, ma ancora manca la notizia che tutti attendiamo. Il termine era ottobre, siamo già a novembre e il tempo corre. Attendiamo al più presto una convocazione da parte del titolare del Mise, Carlo Calenda”, ha spiegato all’ANSA l’rsu ed esponente di Fiom Cigil, Bruno Usai. Secondo quanto appreso dall’ANSA, lo slittamento della firma attesa per martedì è dovuto solo alla necessità di definire una serie di dettagli utili a chiudere positivamente una partita iniziata a settembre di oltre un anno fa con l’ingresso di Invitalia nella trattativa, a cui è seguita la proposta d’acquisto formale dello smelter sardo da parte degli svizzeri e poi il termine fissato dal governo per la negoziazione in esclusiva.