Una attenzione ai senza lavoro e ai migranti perché sono loro “il prossimo” di cui parla oggi il Vangelo. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino nell’omelia della messa al santuario della Madonna di Bonaria. L’impegno ad amare, ha detto il vescovo, è “un impegno dal valore particolare, soprattutto quando viene preso in una società come la nostra, fortemente ripiegata su se stessa e nella quale anche termini di per sé positivi, per esempio ‘globalizzazione’ possono nascondere progetti di sfruttamento; una società nella quale si fa fatica a far emergere segnali di vera solidarietà. Soprattutto nei confronti di quanti faticano a trovare un lavoro e un lavoro dignitoso”.

“Non si può stare nell’Alleanza con il Signore – ha detto Galantino richiamando le letture di oggi – e maltrattare quelli che godono della sua protezione, quindi la vedova, l’orfano, e lo straniero; cioè chi non conta, chi non gode di appoggi e di protezioni, chi si vede sempre ricacciato ai margini da parte di chi dovrebbe invece proteggerlo”.

“In un mondo come il nostro nel quale si parla e si scrive di ‘amicizia’ a buon mercato, stabilita solo con un clik di una tastiera, quello che deve crearci disagio – ha detto il vescovo – non è la mancanza di amicizia; è piuttosto lo scoprire dentro di noi il desiderio che l’altro non ci sia, il fare di tutto perché l’altro scompaia dal mio orizzonte! Soprattutto se l’altro è lo straniero di cui parla la prima lettura o se l’altro ha il volto dell’uomo o della donna che domandano in maniera insistente per sé dignità attraverso il lavoro. Questo deve crearci disagio. Questo deve farci vergognare. Tutti”. Galantino sottolinea in conclusione: “Le nostre organizzazioni, associazioni, gruppi, movimenti, tanto e per tanti versi benemerite, forse hanno bisogno di smettere i panni comodi di interessi talvolta malamente camuffati. Panni confezionati ad hoc e sulla misura sempre degli stessi personaggi. L’amore di Dio e del prossimo si sviluppa e cresce quando circola aria nuova, soprattutto quando circola aria pulita, quella che ha lo sguardo e l’orizzonte di Dio e non quello asfittico dell’interesse e dell’autoreferenzialità che, il più delle volte, anzi sempre, si tengono in piedi in maniera indebita”.