“La dignità del lavoro è la condizione per creare lavoro buono: bisogna perciò difenderla e promuoverla”. Lo afferma il Papa nel videomessaggio al convegno della Cei a Cagliari ricordando che “con l’Enciclica Rerum novarum” (1891) di Papa Leone XIII, la Dottrina sociale della Chiesa nasce per difendere i lavoratori dipendenti dallo sfruttamento, per combattere il lavoro minorile, le giornate lavorative di 12 ore, le insufficienti condizioni igieniche delle fabbriche”.

“Io ho sentito tante volte – afferma il Papa nel videomessaggio al convegno Cei sul lavoro in corso a Cagliari – questa angoscia: l’angoscia di poter perdere la propria occupazione; l’angoscia di quella persona che ha un lavoro da settembre a giugno e non sa se lo avrà nel prossimo settembre. Precarietà totale. Questo è immorale. Questo uccide: uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società. Il lavoro in nero e il lavoro precario uccidono”. Il Papa ha poi aggiunto: “Rimane poi la preoccupazione per i lavori pericolosi e malsani, che ogni anno causano in Italia centinaia di morti e di invalidi”.

Oltre alla denuncia contro il lavoro non degno, è necessario però evidenziare anche le esperienze positive del mondo del lavoro. “Le tante buone pratiche che avete raccolto – dice il Papa nel videomessaggio alla Cei – sono come la foresta che cresce senza fare rumore, e ci insegnano due virtù: servire le persone che hanno bisogno; e formare comunità in cui la comunione prevale sulla competizione. Competizione: qui c’è la malattia della meritocrazia… E’ bello vedere che l’innovazione sociale nasce anche dall’incontro e dalle relazioni e che non tutti i beni sono merci: ad esempio la fiducia, la stima, l’amicizia, l’amore”. Inoltre “nulla si anteponga al bene della persona e alla cura della casa comune, spesso deturpata da un modello di sviluppo che ha prodotto un grave debito ecologico. L’innovazione tecnologica va guidata dalla coscienza e dai principi di sussidiarietà e di solidarietà”.

“Senza lavoro non c’è dignità”, “lo ripeto spesso” ma “non tutti i lavori sono lavori degni”. Lo afferma il Papa nel videomessaggio che apre la 48/a Settimana Sociale dei cattolici italiani dedicata al lavoro. “Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori. Offendono la dignità del lavoratore anche il lavoro in nero, quello gestito dal caporalato, i lavori che discriminano la donna e non includono chi porta una disabilità”.

Non solo il lavoro privato ma anche le pubbliche amministrazioni non rispettano la dignità del lavoro “quando indicono appalti con il criterio del massimo ribasso”. “Credendo di ottenere risparmi ed efficienza, finiscono per tradire la loro stessa missione sociale al servizio della comunità”, sottolinea il Papa nel videomessaggio al convegno della Cei a Cagliari dedicato al lavoro.

“Il robot deve rimanere un mezzo e non diventare l’idolo di una economia nelle ma dei potenti; dovrà servire la persona e i suoi bisogni umani”. Lo ha detto il Papa nel videomessaggio alla Settimana Sociale dei cattolici in corso a Cagliari. “Compito dell’imprenditore è affidare i talenti ai suoi collaboratori, a loro volta chiamati non a sotterrare quanto ricevuto, ma a farlo fruttare al servizio degli altri. Nel mondo del lavoro, la comunione deve vincere sulla competizione! Voglio augurarvi – ha aggiunto – di essere un ‘lievito sociale’ per la società italiana e di vivere una forte esperienza sinodale”. Il Papa plaude ai temi in discussione a Cagliari: “il superamento della distanza tra sistema scolastico e mondo del lavoro, la questione del lavoro femminile, il cosiddetto lavoro di cura, il lavoro dei portatori di disabilità e il lavoro dei migranti, che saranno veramente accolti quando potranno integrarsi in attività lavorative. Le vostre riflessioni e il confronto possano tradursi in fatti e in un rinnovato impegno al servizio della società italiana”.