“Siamo pronti a investire ancora in Sardegna. Intanto Meridiana diventerà una compagnia internazionale mentre l’ospedale Mater Olbia sarà un centro di riferimento mondiale. Ma quel che serve è una minore burocrazia”. Lo afferma Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki, l’ambasciatore del Qatar a Roma. Dall’acquisto della Costa Smeralda nel 2012, al salvataggio dell’ex San Raffaele alle porte di Olbia, ora ribattezzato Mater Olbia, fino all’acquisizione del 49% di Meridiana, il Qatar sta diventando sempre più una colonna del sistema Sardegna. Il fondo sovrano del Qatar, Qia, fattura 170 miliardi di euro l’anno.
“Siamo molto vicini alla Sardegna – ha detto l’ambasciatore alla Nuova Sardegna – crediamo sia una terra straordinaria con un potenziale ancora molto alto. La Costa Smeralda? La bellezza della terra e del mare sono già un ottimo punto di partenza, il rispetto col quale si è costruito in questa fascia di terra cerata dall’Aga Khan è la terza gamba del tavolo. La quarta è data dal servizio al turismo internazionale di alto livello: la diversificazione dell’offerta, l’allungamento della stagione, trasporti efficienti e di qualità e su questo il mio Paese è al lavoro”.
Sul vincolo di inedificabilità dei 300 metri dal mare previsto dalla legge regionale, l’ambasciatore del Qatar ha detto: “Non è né il mio campo di azione né di competenza. Credo che la qualità sia sempre più importante della quantità, ma non mi addentro in campi che non mi appartengono”.
Capitolo Meridiana. “Proprio in questi giorni si stanno definendo i prossimi passi del piano industriale – ha spiegato Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki – una cosa è certa: Meridiana manterrà la sua indipendenza pur avendo alle spalle un socio che rappresenta l’eccellenza del trasporto aereo. Il primo passo sarà l’ammodernamento della flotta. Sarà una compagnia molto più internazionale: si punterà sul medio e lungo raggio con voli in Cina, Africa, Stati Uniti. Oggi i dipendenti di Meridiana hanno di fronte una prospettiva di crescita”.
L’ambasciatore del Qatar a Roma ha poi ricordato la questione dell’embargo e le tensioni con i Paesi vicini: Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Bahrein hanno bloccato le frontiere, i voli aerei e i rapporti economici. “Sono trascorsi ormai mesi dal blocco dichiarato dai ‘Paesi dell’assedio’ come li chiamo io, un’azione messa a punto a tavolino e lanciata col pretesto di rispondere ad alcune fake news che sono state infilate sui siti Internet del Qatar. Ma dopo quattro mesi il Qatar è ancora in piedi, più forte che mai, capace di sviluppare le sue relazioni, di essere presente sulla scena internazionale e di difendere i suoi interessi”.