Boom! Diciamo la verità, nessuno di noi immaginava un successo simile per questa petizione. Il numero dei firmatari è inarrestabile, un crescendo impetuoso, sin dal primo istante. Una cifra incredibile, che è diventata davvero rilevante. Ciò dimostra che la sensibilità è tanta e pure la voglia di non rimanere impotenti davanti ad una devastazione che è sotto gli occhi di tutti. Gli elementi per questo straordinario risultato però c’erano tutti e li coglievamo da tempo nell’aria. Se ben 3.000 (tremila ) persone, in appena 3 giorni, hanno firmato questa petizione non è perché sono impazzite o non sapevano cosa fare.
La tutela del mare e dei ricci è una questione che riguarda tutti, nessuno escluso: cittadini e consumatori. Indipendentemente da provenienze politiche o o professioni.
Tutti i sardi e tutti gli oristanesi che amano la Sardegna sentono particolarmente i problemi della pesca e dei ricci. Infastidirsi se anche i cittadini comuni esprimono in questo modo questa sensibilità e si prendono cura del mare non ha ragion d’essere. Il mare non è un’esclusiva di nessuno.
Questa petizione va incontro ai pescatori, nel massimo rispetto di coloro che con fatica e impegno vivono e traggono sostentamento per loro e le loro famiglie. Infatti, nonostante ci siano anche forti richieste nella società civile di coloro che chiedono un fermo biologico totale, il testo di questa petizione non vieta la pesca, ma ne chiede precisi limiti, utili a preservare i ricci e dunque l’attività stessa degli operatori del mare. Questa è una petizione che vuole salvaguardare pesca e pescatori. Sostenere il contrario è sciocco. La risorsa mare non è infinita, per questo occorre cambiare rotta.
Il principio della territorialità innanzitutto va a salvaguardare proprio gli stessi pescatori; così pure il divieto dell’uso delle bombole e il divieto nelle aree marine protette. Appare strano che su questo alcuni ricciai siano omissivi o addirittura appaiano “collaborazionisti”. Domanda: Davvero ci sono ancora ricciai locali disposti ancora ad ospitare colleghi provenienti da altre aree dell’isola apertamente contrari a legare l’attività di pesca al territorio? Ha senso l’esistenza di un’Area Marina Protetta dove è ammessa in maniera massicca la pesca al riccio ? Hanno senso i limiti di prelievo quando i controlli sugli stessi sono sempre stati non sufficienti ? Nessuno di noi ha la verità in tasca e questo è solo un contributo. Nessuna presunzione. Ad esempio occorre probabilmente studiare anche la possibilità di chiusure stagionali di intere aree in maniera da permettere il ripopolamento. Benvengano nuove idee che vadano nella stessa direzione.
Confrontiamole. Confrontiamoci. Più numerose sono le proposte per un utilizzo razionale e sostenibile della risorsa mare, più è possibile raggiungere una soluzione efficace e concordata.
Quali sono le proposte alternative e concrete a quelle lanciate in questa petizione ? Fin ora non le abbiamo viste. Attenzione. Chi ha promosso e firmato questa Petizione “non vuole il territorio tutto per sè”, ma al contrario è consapevole che solo il coinvolgimento e la partecipazione di tutta la società civile può contribuire al cambiamento dell’attuale preoccupante e insostenibile situazione di eccessivo prelievo. Denigrare o insultare il sentimento diffuso e le proposte concrete alla base di questa petizione può essere un boomerang per chi lo fa. L’ eccessivo prelievo dei ricci è un dato di fatto, appurato, oggettivo (riscontrato anche in precisi studi scientifici) e non un’opinione.
Certo è forse la prima volta che, con una banale petizione on line di una misera pagina facebook (guardacaso dedicata alla località che probabilmente più di tutte in Sardegna rappresenta il simbolo della pesca al riccio) su una questione che ha visto sempre e solo una disputa tra pescatori (spesso e volentieri gli uni contro gli altri) e istituzioni (Ministeri-Regione-Comuni con trattative romane, cagliaritane o comunque ben lontane dai cittadini), anche il popolo del web, i cittadini comuni, esprimono la loro proposta-opinione.
Ma anche questa oggi è la democrazia. Non è più ora di compatimenti stagni.
Nessun può oggi rimanere sordo od indifferente ad una petizione come questa. E se lo facesse sarebbe un grave errore di sottovalutazione. L’opinione pubblica, i cittadini, i consumatori devono poter contare e dire la loro, anche con una semplice petizione on line come questa.
Continuiamo a firmare e a far firmare !Grazie di cuore a tutti.
Andrea Atzori – Admin Pagina Facebook “Su Pallosu Luogo Storico”
Si può firmare e far firmare qui: