“Il risultato referendario in Lombardia e Veneto è il segnale di una spinta autonomista che prescinde dall’appartenenza politica. Può essere l’occasione per intraprendere la strada verso un rinnovato regionalismo, rivedendo i rapporti tra lo Stato centrale e le regioni, all’interno però della cornice costituzionale. È in quest’ottica che si deve orientare anche la Sardegna che, data la sua specialità e la condizione insulare, può rivendicare un’Autonomia rinforzata”.

“Ci sono gli spazi per rivedere la ripartizione delle competenze e delle risorse, ma non è ammissibile la pretesa di ottenere il 90% del gettito fiscale, perché è contraria ai principi di solidarietà nazionale e di sussidiarietà, e mette a rischio la tenuta del Paese.
Il messaggio che giunge dalle urne esprime, in modo inequivocabile, la volontà di superare un accentuato centralismo e di riaprire anche in Italia il dibattito federale.

La Sardegna può inserirsi in questo contesto chiedendo maggiori spazi di autonomia e avviando un confronto leale e costruttivo con lo Stato. È una richiesta legittima, nel rispetto della Costituzione e dei Trattati europei, che non deve degenerare in contrapposizioni distruttive e illegittime come sta accadendo in Spagna.”