Prima la Lazio e poi il Benevento. La prima tappa, per il neo allenatore Diego Lopez, è sen’altro la più difficile, ma non ci sono aspettative o fucili puntati. La seconda sfida, invece, è di quelle che non si possono fallire. Il presidente Giulini vuole la vittoria e Lopez è chiamato a dare le prime risposte.
Tre anni fa, quando era sulla panchina del Cagliari, la sconfitta in casa con la Lazio fu l’inizio della fine: lo zero a due al Sant’Elia più i ko di Bologna e quelli con Torino e Roma (in mezzo una vittoria sul Verona) convinsero l’allora presidente Massimo Cellino ad esonerare l’uruguaiano e lasciare la squadra a Ivo Pulga. Ora Lopez per la sua rivincita riparte proprio dalla Lazio, tra l’altro gasatissima dopo la vittoria con la Juventus. “La Lazio? Ora vediamo”, aveva detto ieri al suo arrivo. Come dire: scusate, ma sono appena arrivato.
Ma per Lopez c’è già un problema: tutti e due i portieri, Cragno e Rafael, sono acciaccati. E il giovane Crosta è in preallarme. Per il resto già dalla partita dell’Olimpico potrebbe vedersi la mano del nuovo tecnico. L’ultima volta con il Cagliari c’erano Dessena e Cossu in campo e Sau in panchina. Ed era un 4-3-1-2. Ma con il Palermo, l’anno scorso, spesso Lopez usava il 4-3-3. E ora? C’è soprattutto un’esigenza: valorizzare Pavoletti. Perché la salvezza del Cagliari non può che passare dai suoi gol. E allora ci vogliono i cross o almeno più palloni in area: questo potrebbe suggerire un uso più massiccio di fasce e sovrapposizioni. Aspettando magari che Van der Wiel o Miangue possano nel frattempo diventare i terzini che il Cagliari cerca dal precampionato.
“La nostra non è una situazione drammatica – osserva Lopez – ma occorre guardarsi dentro per capire che alcune partite non dobbiamo perderle se vogliamo raggiungere il traguardo della salvezza e che per centrare l’obiettivo dobbiamo dare ancora di più. Ai tifosi voglio dire che abbiamo bisogno del loro sostegno, ma spetta a noi dare l’input sul campo. I nostri tifosi ci sono sempre, ci seguono anche in trasferta e molte famiglie hanno sottoscritto un abbonamento facendo tanti sacrifici: meritano di essere ripagati”.