Libe.r.u. esprime profondo sdegno per la decisione dell’Audiencia Nacional spagnola di arrestare Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, rappresentanti della ANC e di Omnium, associazioni culturali indipendentiste che contano centinaia di migliaia di iscritti in tutta la Catalogna.

La decisione è dovuta al fatto che il 20 e 21 settembre i due esponenti indipendentisti, in occasione dell’Operazione Anubis che ha visto la Guardia Civil impegnata in perquisizioni ad uffici governativi della Generalitat de Catalunya e arresti di 11 funzionari, avevano invitato il popolo a manifestare davanti alla Consejería de Economía de la Generalitat per difendere le istituzioni catalane contro i tentativi di sabotare il referendum del 1° ottobre.

A questo appello risposero quarantamila cittadini, che si riversarono nelle strade protestando in maniera pacifica contro questo attacco repressivo nei confronti del diritto di voto e delle istituzioni autonome.

Il reato che viene contestato ai due è quello di “sedizione”, che prevede dagli 8 ai 15 anni di reclusione. Dello stesso reato, per non aver impedito lo svolgersi del referendum del 1° ottobre, sebbene lasciati a piede libero sono accusati anche i dirigenti dei Mossos d’Esquadra (la polizia autonoma catalana) Josep Lluis Trapero e Teresa Laplana, a cui è stato sequestrato il passaporto con divieto di uscire dalla Spagna e imposto di recarsi a firmare presso le autorità spagnole ogni quindici giorni.

Questi arresti sono un chiaro atto intimidatorio nei confronti del presidente Puigdemont il quale, dopo aver risposto all’ultimatum di Rajoy con una nuova richiesta di dialogo e trattativa, ha tempo fino a giovedì per interrompere i suoi continui rinvii e dichiarare definitivamente se proclamerà l’indipendenza, rispettando la volontà espressa col referendum, oppure se si sottometterà alla Spagna, rinnegando il mandato del popolo catalano.
La Spagna dunque, dopo aver cercato di reprimere il voto con la violenza, dopo aver risposto con un ultimatum alla richiesta di trattative, adesso risponde con le incarcerazioni alla reiterata proposta di dialogo.

Emerge così, in tutta la sua evidenza, l’essenza profondamente reazionaria e repressiva dello Stato spagnolo. Ma non deve passare inosservato nemmeno il comportamento pilatesco, quando non apertamente connivente, degli Stati membri dell’Unione Europea: sempre pronti a inviare bombardieri in Africa e Medio Oriente per difendere la santa democrazia, ma violentemente autoritari e repressivi quando la democrazia bussa in casa propria.

Davanti alla lotta d’indipendenza catalana cadono tutti i paraventi di questa consorteria di capitalisti, banchieri e guerrafondai che per troppo tempo si è preteso di spacciare come “Europa dei popoli”.

Di contro a questa inesistente “Europa dei popoli” Libe.r.u. si schiera con i “Popoli d’Europa”, per la libertà, per il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza di tutte le nazioni proibite d’Europa e del mondo.

Condannando fermamente la repressione spagnola e le posizioni politiche espresse (o, appunto, colpevolmente taciute) dagli Stati europei, Libe.r.u. si unisce alla protesta del popolo catalano per chiedere a gran voce libertà per di Jordi Sanchez e Jordi Cuixart e per tutta la nazione catalana.

Libe.r.u. – Lìberos Rispetados Uguales