Il disegno di legge sull’urbanistica varata a metà marzo dalla Giunta regionale “ha meriti grandi, ma commette alcuni errori” quando prevede “solo deroghe a una pianificazione che non è stata ancora completata”. Nessuna censura, anzi, il ddl “deve andare avanti” ma “con le più larghe condivisioni possibili e con ampio dibattito pubblico”.
Ne sono convinti Cgil e Legambiente, uniti nella battaglia per modificare il provvedimento che, così com’è, non può essere recepito dal sindacato e dall’associazione ambientalista, pronti quindi a promuoveranno iniziative di confronto nei territori. I punti critici sono gli stessi che stanno sollevando molte polemiche anche all’interno della maggioranza di centrosinistra e nelle fila del Pd. Subito così la richiesta di modifica dell’articolo 31, che prevede un ampliamento del 25% delle volumetrie per gli alberghi anche nella fascia dei 300 metri purchè più lontano possibile dal mare e coinvolgendo anche fabbricati separati.
“Il 25% in più fatto così è un’idiozia – attacca il segretario della Cgil sarda Michele Carrus – Bisogna invece prevedere volumi accessori per l’adeguamento delle normative tecnologiche, per la sicurezza, l’efficientamento energetico e il miglioramento della dotazione dei servizi secondo parametri definiti e differenziati”. C’è poi l’articolo 43 sui grandi progetti in capo alla Regione, una sorta di master plan: “va semplicemente eliminato – suggeriscono Cgil e Legambiente – per essere sostituito con la programmazione territoriale di area vasta”.
Ma soprattutto, sottolinea Vincenzo Tiana di Legambiente, “è prioritario l’adeguamento dei Puc al Ppr: finora sappiamo che ne sono stati adeguati 15 e 36 sono a buon punto”. Quanto alle nuove costruzioni nell’agro, “devono essere funzionali all’attività agricola e assoggettate a regole stringenti”. Per Carrus e Tiana, la Regione deve vedere il paesaggio come “bene comune che non è a disposizione di una sola generazione”, puntare su “interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente prima ancora di pensare a nuovo consumo del territorio, con un conseguente rilancio del settore delle costruzioni”.