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Dal 2008 al 2016 su 3.462 sequestri nell’Isola, la provincia in testa è Cagliari con 1.534 sequestri per un valore stimato di oltre 27 milioni di euro su oltre 42 mln a livello sardo. E’ sempre il territorio del cagliaritano che registra il numero maggiore di pezzi sequestrati: nel solo 2016 sono stati 1.420.653 su complessivi 2.853.596 nell’Isola.

E’ quanto emerge dagli ultimi dati della Direzione generale lotta alla contraffazione del Mise-Ufficio italiani brevetti e marchi, rielaborati dall’ufficio studi Confcommercio in prima linea per combattere questo fenomeno, che, secondo l’associazione, assume tratti preoccupanti anche nel 2017 con una crescita tendenziale che, secondo le prime stime, si aggira fra il 4 e il 6%. “Basti pensare – osserva Confcommercio – ai 113 capi fasulli di abbigliamento, borse e accessori di note griffe sequestrate dalla Ggf in spiaggia a Chia la scorsa settimana, ai 192 capi di abbigliamento sequestrati dalla Gdf di Cagliari a settembre”.

“Rilevante anche il carico di capi di abbigliamento contraffatti e le duemila etichette di griffe sequestrate nell’aeroporto di Elmas a agosto, o i 327 capi sequestrati nel porto di Cagliari ad aprile”. “Un aumento esponenziale con numeri che confermano come contraffazione e abusivismo vivono quotidianamente tra noi – dice Emanuele Garzia, consigliere di Confcommercio Sardegna che sta seguendo il settore -. Questi fenomeni si configurano come un dramma sociale, con danni alla salute di chi li acquista e effetti deleteri su economia, lavoro e diritti sociali, per non parlare dell’identità sempre più aleatoria del prodotto made in Sardinia.

Con 1.085.548 articoli contraffatti sottratti al mercato in tutta l’Isola, il 2016 è stato un anno record: la maggior parte del mercato parallelo della contraffazione riguarda l’abbigliamento, seguito da profumi, cosmetici e apparecchiature elettriche”. A settembre il presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, di fronte al fiorire di attività ambulanti che propongono ai turisti delle navi da crociera l’acquisto di merci di scarso valore e spesso contraffatte, ha proposto la costituzione di un tavolo tecnico.