Fervono i preparativi per la XX Sagra del Pane, la più importante vetrina di valorizzazione e promozione delle eccellenze di Villaurbana e del suo territorio, che quest’anno si svolgerà nel cuore del centro storico il 27, 28 e 29 ottobre.
L’atteso appuntamento, organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Proloco e le associazioni cittadine, quest’anno parte in anticipo con la volontà di fare un salto di qualità, attivando una serie di iniziative finalizzate a fare emergere le professionalità locali e a dare caratterizzazione alla filiera del grano duro e ai prodotti della panificazione locale.
Allo scopo è stato coinvolto Tommaso Sussarello, comunicatore gastronomico e coordinatore culturale di “Pani di Sardegna”, evento collegato alla Cavalcata Sarda che ogni anno permette ai migliori panificatori dell’isola di mettersi in gioco nell’omonimo concorso regionale.
«Sono in programma numerosi appuntamenti, in parte già in corso – spiega Sussarello –, tra laboratori del gusto e incontri di approfondimento che coinvolgono tutta la comunità, gli appassionati, gli operatori del settore e persino i ragazzi delle scuole. L’obiettivo è quello di condividere con la comunità una visione concreta e le competenze di valutazione della qualità, e quindi percorrere insieme la via della ricerca di uno standard di riferimento ben definito per i pani di Villaurbana».
Il percorso prende il via dallo studio di un concetto chiave, quello di “tipicità”, e dall’abilità nel comunicarne i valori ambientali, culturali e produttivi che rendono unico e irripetibile questo pane.
«Il fine è quello di permettere nuove occasioni di sviluppo e generare una valida filiera – specifica il sindaco Paolo Pireddu –. Villaurbana è uno dei pochissimi paesi in cui è attivo un mulino a pietra che, oltre a consentire la trasformazione dei cereali direttamente in paese, permette alle farine di mantenere tutta la fragranza del chicco intero. Inoltre le semole non vengono stoccate, non subiscono trattamenti e rispettano realmente il concetto di chilometro zero».
L’aspetto sociale sulla comunità non è trascurabile, poiché la panificazione tradizionale, con i suoi riti millenari, contribuisce a mettere in gioco le relazioni favorendo il significativo collante umano che il pane ha sempre rappresentato.