Presidiamo i seggi. Migliaia di persone occupano le scuole. Gli elicotteri sorvolano la città.
Entro breve si attende l’arrivo della polizia catalana che ha l’ordine perentorio di sgomberare e sigillare i seggi. L’incognita è quando e come entreranno in scena le migliaia di poliziotti spagnoli stoccati nelle navi italiane nei porti catalani. Intanto ieri la polizia spagnola ha twittato immagini di manifestazioni spagnoliste e anti cataliniste scrivendo “perché non stiamo soli. Per difendere l’unità di Spagna, la nostra democrazia e la legalità”.
La stessa polizia che solo pochi giorni faceva caroselli per Barcelona a bandiere spagnole spiegate.
Oggi in Catalunya si gioca una partita molto grande, uno scontro tra due concezioni molto diverse di democrazia: da un parte l’idea che l’ordine costituito degli stati sia indiscutibile e dall’altro l’idea che un popolo ha diritto di decidere e di cambiare le cose.
La linea condivisa da tutti è: difendere i seggi in maniera pacifica, democratica, nonviolenta, serena e gioiosa ma determinata per permettere al Popolo di votare. E tutti gridano a gran vice: vuterem!
Cristiano Sabino – Comitadu sardu referendum Catalunya