Cinema, Jo Coda presenta ‘Xavier’, vittima del terrorismo “ma senza odio”

Era il 20 aprile 2017 in avenue des Champs-Elysées quando in un attentato, l’ennesimo in Francia, il giovane poliziotto Xavier Jugelé perse la vita. Dietro la cronaca nera e quella divisa c’erano – come sempre in questi terribili casi – sogni infranti e vite incompiute. Come incompiuta fu la storia d’amore e di coppia del poliziotto con Etienne Cardlels, il suo compagno, che rese una toccante testimonianza ai funerali di Stato. Da quel dolore, però, non nacque alcun odio “perché dialogo e tolleranza sono l’unica strada possibile”.

La straziante storia di Xavier ed Etienne è ora la trama di un toccante corto giocato tra la narrazione privata e la denuncia sociale – ‘Xavier’ – appena realizzato dal pluripremiato Giovanni Coda, il regista cagliaritano che ancora una volta affronta temi sensibilissimi: terrorismo, omosessualità, integrazione. In soli sette minuti ‘Xavier’ (con Thomas Grascoeur e Marco Casoli) abbatte molti luoghi comuni: gli omosessuali (e i poliziotti) muoiono come noi, mentre a non morire mai è “l’indifferenza dopo il breve clamore mediatico”. Coda racconta in modo poetico le 12 ore di vita di coppia precedenti all’uccisione, e la disperazione seguente, che culmina con una lettera in cui Etienne dice ai terroristi “non avrete il mio odio”. Un episodio vero (la lettera venne pubblicata fu virale sul web) per una riflessione universale.

Il film mostra l’affetto quotidiano, poi, come in sogno, la morte dell’agente e infine il dramma della scoperta. Una voce fuori campo recita la lettera del fidanzato della vittima, Etienne: “Xavier – si sente – giovedì mattina, come tutti i giorni, sono uscito per andare al lavoro mentre tu dormivi ancora (…). La sera sono rientrato, senza di te, chiuso in un dolore estremo e profondo che non so se un giorno svanirà (…). Prendo a prestito le parole di Antoine Leiris (il marito di una delle vittime della strage del Bataclan, ndR), una lezione di vita che oggi mi protegge: ‘Non avrete il mio odio’. L’odio, Xavier, non ti rappresenta e non corrisponde per nulla al sentimento che faceva battere il tuo cuore”.

L’autore di ‘Rosa nudo’ e di ‘Bullied to death’ (il film sul bullismo risultato l’ottava opera cinematografica più premiata al mondo nel 2016 secondo la classifica di Cinemaitaliano.info) si è ancora una volta cimentato su un altra storia vera, anche se con uno stile immaginifico, dove tutto è vissuto dagli occhi della coppia, senza concessioni alla cronaca di quei giorni. “Xavier nasce per non dimenticare nessuna vittima, dopo lo show mediatico (incluso anche l’atto terroristico se lo vogliamo vedere nella sua spettacolarizzazione) che la osanna nella morte e poi la dimentica senza riflessioni – spiega all’Ansa Coda – Questo film si lega al percorso cinematografico che da anni porto avanti, ovvero quello di raccontare storie di uomini e donne che sono deceduti in circostanze tragiche la cui memoria, se non fosse per quei pochi giorni di notorietà nelle pagine di cronaca nera, è destinata a perdersi nell’oblio”.

Giovanni (Jo) Coda, 53 anni, è autore di molte installazioni videofotografiche esposte in vari musei tra cui la Biennale di videoarte a Venezia e Milano, l’University of Tokyo, il Watermans Arts Centre di Londra, la Maison d’Italie a Parigi, il Museo Regina Sofia di Madrid. Nel 2013 realizza Il Rosa Nudo, che vanta 27 selezioni internazionali. Attualmente è impegnato nella promozione di “Bullied to Death”, secondo lungometraggio della trilogia sulla violenza di genere, che ha già riscosso premi e riconoscimenti in tutto il mondo.

Cinema: Xavier, l’ultimo film di Giovanni Coda