Il metano da una mano a rapinare le nostre risorse, ambientali, archeologiche, paesaggistiche, economiche. Vogliono imporci a tutti i costi la metanizzazione della Sardegna e vogliono anche convincerci che è una buona scelta.
Considerando tutte le voci e le lodi sull’ importanza per noi consumatori sardi di avere finalmente il metano, quali benefici potrà portare la metanizzazione in Sardegna ai consumatori sardi?
“La metanizzazione della Sardegna, ci dicono, colma una storica lacuna dello sviluppo economico dell’isola, il cui costo è stato calcolato in 400 milioni di euro all’anno, e offre oggi anche un grande balzo in avanti nelle politiche di tutela ambientale e sanitaria.”
A questa riduzione dei costi, continuano, “si debbono aggiungere, una significativa riduzione delle emissioni di CO2, intorno al 15-20% rispetto ai combustibili derivati dal petrolio. Il GNL praticamente elimina le polveri sottili e gli ossidi di zolfo, riducendo significativamente anche gli ossidi di azoto sia nei trasporti terrestri pesanti sia in quelli marittimi.”
Queste due cose sono in parte vere e condivisibili, ma non ci dicono quali sono i reali costi economici e ambientali, non ci dicono se ci sono alternative diverse e meno impattanti per l’ambiente e meno costose per noi contribuenti/consumatori.
Ma con il metano si risparmia davvero? A quanto ammonterà il risparmio economico per gli utenti sardi? I consumatori sardi possono, con altre opzioni, risparmiare sulla spesa energetica? In Sardegna si possono usare altre fonti energetiche che siano rispettose dell’ambiente e della nostra salute e rispetose del nostro sistema economico produttivo?
Vediamo prima di tutto i costi per la realizzazione delle infrastruture per portare il metano nelle nostre case.
La metanizzazione della nostra isola andrà a costare circa un miliardo e mezzo di € e coprirà solo in parte i costi per poterlo utilizzare sia per l’uso domestico e sia per gli altri usi, il tutto condanni all’ambiente e alla nostra salute.
Infatti il metano disperso nell’aria inquina 25 volte di più della Co2, è un gas che contribuisce all’effetto serra. La dispersione nell’aria del metano avviene a partire dalla sua estrazione, nella sua
lavorazione, nel carico e scarico e nel trasporto su gasiere, nelle operazioni di rigassificazione, nel carico delle autocisterne per il trasporto fino ai depositi, nei metanodotti, e in tutta la rete distributiva si calcola che queste perdite ammontino al 15% del metano consumato. Il metano disperso nell’aria ha un fattore inquinante, per l’effetto serra di 25 volte più della Co2.
A questa spesa iniziale per le infrastrutture (a totale carico di noi consumatori- utenti) vanno aggiunti i costi di allacciamento, i costi di predisposizione dell’impianto domestico per il metano i costi per gli accertamenti della documentazione i bolli (che variano da un minimo di 700 € a un massimo di 2000 €), l’acquisto di una caldaia per uso sanitario e/o per il riscaldamento, da un minimo di 300 € a un massimo di 1500,00 €.
I costi che ogni utente dovrà sostenere per la metanizzazione della Sardegna, oltre il miliardo e mezzo per le infrastrutture, partirà da un minimo di 1000 € a un massimo di 3500 € per le utenze domestiche.
Da questo conteggio restano da calcolare i costi di allacciamento di tutte le altre utenze non domestiche, non sono calcolati i costi derivanti dalla trasformazione a metano delle centrali elettriche.
Tenuto conto che in Sardegna risultano costituiti circa 450.000 nuclei familiari, i costi per le sole utenze domestiche per poter utilizzare il metano, dovrebbero costare da un minimo 450.000.000 milioni di € a un massimo di 1.600.000.000 circa di €.
A questi costi iniziali vi è da conteggiare il consumo del metano che in media dovrebbe essere di circa 500 mc anno per un costo annuale di € 900 che moltiplicate per le potenziali utenze 450.000 nuclei familiari portano a una spesa annua di 405.000.000 €.
Complessivamente gli utenti consumatori sardi dovranno pagare per poter avere il metano, tra infrastrutture e spese di primo impianto, da un minimo di 2.000.000.000 di € circa a un massimo di 3.100.000.000 e pagheranno una bolletta annuale di 450.000.000.
In questi calcoli manca tutto il tessuto produttivo e dei servizi, l’industria, l’artigianato, il commercio e tutto il settore terziario che dovranno sopportare un costo per il primo impianto certamente non trascurabile. A tutti questi costi sono da aggiungere quelli per la trasformazione a metano delle attuali centrali elettriche e di tutto il sistema industriale sardo i quali costi sono tutti da valutare e che comunque saranno a carico dei sardi, siano essi utenti consumatori o imprenditori agropastorali, artigiani e industriali.
A questi costi vivi sono da aggiungere il danno ambientale, che noi sardi dovremmo sostenere sanitario, antropico, idrogeologico, archeologico, industriale e di incendi boschivi, avente ripercussioni incalcolabili e fonte di potenziali danni mai quantificati ne tantomeno presi in considerazione.
Certamente devono essere valutati i costi per tutte le attività economiche che ricadranno nella fascia di asservimento dove sarà costruito il metanodotto, che comperterà ulteriori servitù per migliaia di ettari, che saranno sottratti all’agricoltura, alla pastorizia, all’edilizia, al turismo, all”uso civile vincolando e sottraendo un’altra parte importante del nostro territorio al suo normale utilizzo, per far posto a una fonte energetica non nostra che comporterà ulteriore dipendenza, una scelta contro il popolo sardo con costi economici, ambientali, sanitari, importanti.
Ma i nostri amministratori e la nostra classe dirigente quelli che urlano e si strappano le vesti in nome del rispetto della autonomia della Sardegna dove sono? Ancora una volta sono contro i sardi difendono interessi di altri e si fanno i propri affari.
Ma è mai possibile che si guardi al futuro con la testa girata all’indietro, che si faccia finta di non vedere, di non sapere, di non conoscere il danno e il disastro che queste scelte comportano al nostro ambiente, alla nostra economia, alla nostra salute al nostro futuro. Esistono oggi altre tecnologie che possono liberarci dalla dipendenza energetica, esistono oggi risorse energetiche locali che possono essere utilizzate senza creare danni, che possono darci una mano ad invertire questo sviluppo. Esistono e sono già da tempo disponibili e possono essere utilizzate democraticamente.
Sono il sole, il vento, l’acqua e sono disponibili in quantità illimitata e possono essere utilizzate da ciascuno di noi, non danneggiano l’ambiente e la nostra salute. Con le stesse risorse finanziarie che saranno impegnate per la metanizzazione forzata della Sardegna si possono realizzare impianti fotovoltaici con accumulo per auto produzione. Con i un miliardo e mezzo di € stanziati per la metanizzazione, si possono realizzare circa 150mila impianti fotovoltaici da 6 kWp, con accumulo, produzione annua di circa 9.000 Kwh per impianto, (per una produzione annua di 1,125 Terawattora [TWh] ) con una produzione annua che coprirebbe il fabbisogno di circa il del 50% delle utenze elettriche domestiche sarde, liberando risorse importanti, con l’azzeramento della bolletta elettrica e un risparmio annuo di circa 1700 €, per un consumo annuo di 5700 Kwh
Con le detrazioni al 50% si potranno realizzare altri 150 mila impianti fotovoltaici per autoconsumo per altrettante utenze. Con lo scambio sul posto tutta l’energia prodotta (da ciscuno impianto) in eccedenza circa 3300 kWh sarà pagata a 0,13€/kWh X 3300 = 429,00X150.000= 64.350.000 €.
Ogni consumatore utente avrebbe in più un risparmio di € 1700,00 € anno (azzeramento della bolletta elettrica), avendo l’accumulo che gli permette di utilizzare tutta la produzione dell’impianto. Gli accumuli collegati alla rete permettono di immettere l’energia immagazzinata e renderla disponibile in caso di necessità, questo permette di garantire la stabilizzazione e la sicurezza della rete elettrica generale.
Si avrebbe una potenza di accumulo per 2.880 Mwh e l’accesso garantito all’energia di cui si ha bisogno un’energia prodotta senza inquinare l’ambiente o causare danni alla nostra salute. Questa scelta porta alla democrazia energetica e grossi risparmi ambientali umani ed economici liberano importanti risorse economiche che potranno essere utilizzate dagli utenti consumatori sardi per comprare altri beni.