Questa mattina una delegazione composta da rappresentanti di Legambiente, con Carla Varese e Toni Corona, della Associazione per il Parco Molentargius Saline Poetto, con Vincenzo Tiana, dei dirigenti provinciali della Cgil con Carmelo Farci, della Cisl con Mimmo Contu e della Uil con Ninni Angius, ha effettuato un sopralluogo in Via Bizet in prossimità dell’area del cantiere allestito per fronteggiare l’emergenza della esalazione di fumi nell’area del Parco naturale regionale Molentargius-Saline.
“La zona, allo sbocco del rio Is Cungiaus su Bellarosa Minore, era stata interessata nello scorso mese di luglio da cinque incendi, che hanno evidentemente innescato la combustione della grande massa di sedimenti e rifiuti che si era accumulata nei decenni scorsi – spiega Legambiente – Una vasta zona è interessata da oltre 15 giorni dai miasmi provenienti dall’area dove avviene la combustione. Abbiamo ricevuto tante segnalazioni da parte di persone allarmate per l’aria maleodorante e preoccupate per l’avvenire del Parco”.
Secondo l’associazione ambientalista, “l’episodio, che speriamo possa essere tra qualche tempo un brutto ricordo, rappresenta anche un forte richiamo sulla estrema vulnerabilità delle zone umide, un ecosistema molto fragile, sottoposto a tante compromissioni. Quanto sta avvenendo costringe tutti a ricordare che per un buon numero di cittadini, il Molentargius è stato negli anni ’60 e ’70 il grande buco della ciambella-città: un vuoto dai confini incerti, dalla funzione dubbia, con molti aspetti inquietanti (il degrado, l’inquinamento), altri fastidiosi (le zanzare), altri francamente “perversi” (è un intralcio alle comunicazioni e all’espansione urbana)”.
Legambiente auspica che “l’attuale momento di crisi possa costituire l’occasione per intraprendere un esteso intervento di riqualificazione naturale nell’area di Bellarosa Minore interessata dalla emergenza, nell’ambito della messa in sicurezza di tutta la fascia orientale. Nel contempo occorre avviare una intensa riflessione sulle possibilità di rilancio delle prospettive di sviluppo del Parco nel rafforzamento dei suoi caratteri ambientali e naturalistici e di riavvio dell’attività saliniera, che costituisce il grande motore ecologico dell’ecosistema”.