Quattrocentoventi ecclesiastici catalani hanno scritto al Papa chiedendogli di mediare con il governo spagnolo perchè consenta lo svolgimento del referendum del 1 ottobre e ponga fine alla “repressione”. L’appello chiede a Francesco “fraternamente” che “inviti il governo della Spagna, pubblicamente o per vie diplomatiche, a rivedere la sua opposizione viscerale al referendum, chiesto dall’80% della popolazione, ed a cessare le sue azioni repressive”.
“E’ nostra volontà celebrare il referendum. Questo è il mandato che abbiamo ricevuto dalle urne del 2015. Stiamo dando esecuzione a questo mandato democratico ricevuto dal parlamento”. Lo ha detto il delegato della Generalitat di Catalogna a Roma Luca Bellizzi in un forum all’ANSA sul referendum del primo ottobre.
Il presidente catalano Carles Puigdemont non ha escluso che una Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza (Dui) possa essere presentata al parlamento catalano dopo il 1/o ottobre. Puigdemont ha però aggiunto in una intervista televisiva che “al momento la questione non è sul tavolo del governo” catalano.
Il procuratore capo dello stato spagnolo José Manuel Maza non ha escluso un possibile arresto del presidente catalano Carles Puigdemont. Maza, citato da Efe, ha detto che è una ipotesi “aperta” dato che Puigdemont è accusato fra l’altro di presunta “malversazione” per la convocazione del referendum del 1 ottobre, precisando che al momento la procura non ha ritenuto “opportuno” chiederla.
Il presidente catalano Carles Puigdemont non ha escluso di poter essere arrestato dalla polizia spagnola prima del referendum del 1/o ottobre. “Il procuratore generale lo ha ipotizzato” ha detto al programma Salvados della Sexta. “Non sarebbe una buona idea” ha aggiunto. “Ma se succederà faremo fronte a qualsiasi decisione”. Puigdemont ha definito l’offensiva giudiziaria contro la Catalogna come “un fatto vergognoso, indegno di uno stato democratico”.