Il governo italiano ha voluto giocare “duro”, ponendosi all’avanguardia del movimento sionista ben radicato in Europa. Il “Giro d’Italia” nella Palestina occupata. Ha saputo precedere i tanti “saltimbanchi”1) che sguazzano nel decrepito Continente.
Il Gentiloni, istruito a dovere dagli organizzatori del “Giro” e particolarmente dal direttore Mauro Vegni, sa quanto sia popolare e amata la “corsa di tre settimane” non solo dai tifosi del pedale ma dalla “gente” che rimane affascinata dallo sforzo immane di tutti i “girini”.2) La fatica che si legge nei volti madidi di sudore ed emaciati li fa sentire “vicini” agli spettatori. E, forse, unico tra gli sport, il ciclismo su strada, il “tifo” è per tutti gli atleti, principalmente. Per i campioni( Nibali, Uran, Aru, Quintana…) qualcosa in più.
Sono milioni gli appassionati che seguono la “corsa rosa”. Alla radio, in TV, sul computer ma sopratutto a piedi, in bicicletta, sui camper
Per i Sionisti israeliani, italici, europeidi l’occasione è ghiotta per rendere legittima davanti al popolo l’esistenza di Israele, per far conoscere i grandi progressi tecnologici compiuti e le difficoltà estreme per far sorgere la democrazia in terreni aridi dove non abitavano popoli ma solo qualche beduino di passaggio3).
Vedremo, nelle anteprime,nei programmi speciali, nei telegiornali, tanta bella gioventù israeliana, le città costruite sui cimiteri(di cui nessuno parlerà), Gerusalemme che sarà dipinta come eterna “città santa” ebraica.
Voci di opposizione si sentiranno ma ai margini dello spettacolo e saranno sovrastate da ore di dibattito tra “esperti” sionisti. Nei tre giorni israeliani assisteremo ad un gigantesco afflusso di persone che piangeranno ipocritamente sulle vittime dello Shoah. Non mancheranno le interviste ad attrici e ad attori sionisti. Una kermesse che credono di aver già vinto.
Spetta agli attivisti, ai militanti di BDS rompere il giocattolo creato per Israele. Far arrivare le telecamere di tutto il mondo può comportare un effetto boomerang perché si andrà a curiosare dove non è possibile inoltrarsi. Verranno intervistati palestinesi che dovranno curare di non farsi individuare. Con loro si potrebbe arrivare a parlare di Haifa, città molto popolosa e ricca di attività produttive, ben inserita nelle vie del commercio, città che conobbe la deportazione di quasi tutti i suoi abitanti.
Si potrebbe arrivare a ricordare che sui cimiteri antichi di cristiani e arabi sono sorte delle città…
Il “Giro” in terra di Palestina, posto su un ampio vassoio d’argento, davanti al governo dell’apartheid, deve diventare una sconfitta per il sionismo, se si sapranno giocare le carte che si hanno in mano. E bisogna giocarle bene queste carte. Perché il popolo della Palestina non rimarrà fermo. Continuerà la sua lotta in Cisgiordania, a Gaza, nello stesso territorio palestinese del Paese occupante illegalmente, Israele.
La partita è tutta da giocare. E noi dobbiamo sconfiggere l’arroganza del governo italiano e di quello israeliano.
Dobbiamo vincere. Dipende solo da noi.