Desolanti particolari architettonici e strutturali di edifici, piazze, banchine, in un percorso tra 20 stampe fotografiche a colori. “Surface”, mostra d’esordio di Giovanni Loy allestita negli spazi de La Libreria di via Sulis, a Cagliari, invita ad osservare con occhio diverso quei piccoli segni di degrado. Nei suoi ‘dipinti fotografici’ da un lato fanno specchio allo spaesamento dell’individuo, allo stesso tempo ritrovano nuova vita, forma e bellezza.

L’esposizione, aperta fino al 30 settembre, è curata da Roberta Vanali, giornalista e critica d’arte. Loy si sofferma su muri scrostati, crepe, residui di manifesti, lamiere incrinate, antichi portoni dal legno consunto e maniglioni arrugginiti. Tutto diventa spunto per andare oltre la ‘superficie’, scoprire e confrontarsi con il nuovo, con il diverso.

“Al confine tra pittura e fotografia le opere di Loy mirano da un lato a provocare un senso di straniamento dall’altro a suggerire infinite possibilità di elaborazione – sottolinea Vanali – nelle sue immagini non c’è nulla di riconoscibile, si ha la percezione di trovarsi davanti a qualcosa di familiare senza trovarne riscontro nella realtà, prospettiva accentuata talvolta dalla rielaborazione digitale che scaturisce dall’esigenza di rendere pittorica e dinamica la rappresentazione, dal momento che ‘la creazione fotografica assoluta nel suo aspetto più libero rinuncia a ogni riproduzione della realtà, perché riprodurrebbe il visibile’, per citare Otto Steiner”.