casotti e gli stabilimenti balneari sono i protagonisti della vita del Poetto di Cagliari.

Queste costruzioni, lontane dalla città, all’inizio del secolo scorso, avevano un utilizzo stagionale, erano realizzate in legno, con la caratteristica di facile montaggio per essere smontate a fine estate. Alla fine degli anni ’20 l’immagine dei casotti diventa sempre più accurata e nel tempo si definisce una forma-tipo della tipologia  che rimane invariata per circa settant’anni. Durante la seconda guerra mondiale i casotti vengono demoliti per riscaldare i soldati che stavano lungo la spiaggia in attesa del nemico. Nel dopo guerra, sulla spiaggia viene risistemata una lunga schiera di costruzioni lignee  su palafitte, per un’area di circa quattro chilometri, che nel tempo diventano più di 1400.

Come afferma Giorgio Pellegrini per il catalogo della mostra fotografica POETTO di Attilio Della Maria 1983  “…Colorate costruzioni lignee su palafitte, strutturalmente molto semplici: quattro pareti e il tetto a spioventi.” “…… a mutare è solo l’apparato decorativo, essenziale elemento distintivo nell’omogeneità dell’elementare struttura architettonica. “

Con il perfezionamento costruttivo dei casotti, i cagliaritani vedono la loro spiaggia del POETTO  vivibile anche in inverno, luogo ideale per pranzi al casotto, passeggiate, ma anche un posto di evasione e di fuga persino dalla scuola. Negli anni ’80 però il degrado ecologico di tutto il litorale segna la fine dei casotti e svanisce così quell’insolito paesaggio più volte paragonato ai metafisici BAGNI di De Chirico.

La mostra, con una prima edizione a Milano presso AD-GALLERY di Anna Deplano, ora ospitata con un nuovo allestimento al THotel di Cagliari intende rimettere in luce  e far conoscere una realtà patrimonio culturale e della tradizione della città di Cagliari: I casotti del POETTO.

Una serie di progetti grafici e tridimensionali evidenziano ricerche sulla cultura materiale con interpretazioni artistiche di vario genere, una testimonianza sociale, territoriale e artistica.

Completano la mostra le fotografie di Mimmo CarusoMauro Rombi della collezione della Fondazione Bartoli Felter, e quelle realizzate da Attilio Della Maria che con occhio esperto d’artista coglie la poesia e la carica estetica dei casotti nelle dune di sabbia bianchissima.

Alla mostra collettiva partecipano architetti, designer, artisti, con la realizzazione di un’opera grafica e tridimensionale, sulla base di un progetto grafico di Daniele Deplano.

Gli autori coinvolti hanno  progettato il loro modo di interpretare le costruzioni lignee: Rosa Maria Rinaldi, con “Volo sul Poetto” evidenzia una grande figura che abbraccia la struttura, Kazuto Takegami, con “Oltre mare” rappresenta un nuotatore, tema spesso presente nelle sue opere. Annarita Serra, con “Cotton fioc dal mare “ sviluppa il tema ecologico con materiali di recupero trovati sulla spiaggia. Un altro argomento ecologico è quello trattato da Paola Carallo, “Riflessioni sul mare”  immenso, profondo, vivo, salato, cristallino, con il messaggio che “ oggi il mare è in pericolo.” Yasuko Sugiyama, con “Il cielo in una stanza” rappresenta un cielo blu tipico dei suoi quadri, che si intravvede dalle finestre. Kazuyo Komoda, realizza  il “Casotto X” di colore bianco con croci e quadrati in rosso che  evidenziano  rinforzi strutturali e diventano elementi di decoro. Anna Deplano, in “Distorsioni cromatiche” accentua la decorazione con carte colorate. Peppa Zampini evidenzia l’aspetto architettonico, mentre Barbara Lodigiani in “Omaggio a GAIA” dipinge su pelle bianca con tinte cerose, è un messaggio d’armonia con la natura. Rosanna Caucci, in “Fashion mood” utilizza tecniche di collage di materiali e accessori un tocco di frivolezza  nei materiali da ricamo con ispirazione allo stile “Marina”. Makoto Codice Bianco, realizza “Codice P.P.1” un grande telo bianco che diventa la struttura del casotto, mentre Renzo Cicchinelli, in “Mare, vento”  fa sventolare la bandierina sul tetto per segnalare il vento, presenza tipica a Cagliari. Patrizia Scarzella, con il titolo “Hic et nunc” intende cielo e mare, qui e ora, il resto può attendere. Franca Deplano, ha scelto un progetto floreale con “Erba marina” una giungla di foglie verdi e così pure Guido Daniele, con un acquerello “Canne al vento” rende un “omaggio a Grazia Deledda”. L’opera di Lucio Passerini “Casotto per quattro” è una  composizione di caratteri in legno, stampa tipografica caratterizzata da una base movibile. Particolare anche l’opera di M- AR Renato Morganti e Michela Fancello che realizzano il “Casotto galleggiante” con la base sistemata su una zattera, un “omaggio all’architetto Aldo Rossi”. E infine Narciso Bresciani in “Traslazione” utilizza una tecnica mista: garza, acrilici e lamina di legno e afferma di aver realizzato la sua opera: “pensando alla luce solare, che circonda e invade il Casotto sulla spiaggia in luoghi ormai svaniti.