Opere eseguite in assenza di autorizzazione paesaggistica e urbanistica con cambio di destinazione d’uso, falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale, falsità ideologica commessa dal privato e falsità ideologica commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. Sono le accuse contestate dai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Cagliari a quattro persone residenti nel cagliaritano responsabili di aver costruito e trasformato abitazioni o strutture agricole in lussuose ville con piscina destinate ad essere affittate nei mesi estivi.

I carabinieri hanno sequestrato un’azienda agricola trasformata in un piccolo villaggio vacanze con sei abitazioni a San Vito ed una lussuosa villa nella zona di Chia, nel comune di Domus De Maria, nel sud Sardegna, del valore complessivo di 2,5 milioni di euro. I controlli sono scattati prima dell’estate e hanno riguardato tutte le aree che, per le loro caratteristiche morfologiche ed estetiche, sono state dichiarate di notevole interesse pubblico dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Sotto i riflettori sono finiti i cantieri in cui venivano segnalate ristrutturazioni o modifiche delle strutture già esistenti. Effettuando prima perlustrazioni dall’alto e poi ispezioni a terra, i carabinieri, coordinati dal maggiore Paolo Montorsi, hanno scoperto a San Vito la trasformazione di un’intera azienda agricola in un resort. I titolari senza avere alcuna autorizzazione edilizia e paesaggistica hanno realizzato la struttura, completa di piscina, aree attrezzate esterne e maneggio, trasformando alcuni locali preesistenti in sei mini-appartamenti dotati di tutti i comfort. Potevano realizzare, invece, dopo aver ottenuto le autorizzazioni, solo piccole strutture legate all’agricoltura. Diversa la situazione a Chia dove i proprietari hanno frazionato la loro villa realizzando due unità abitative, dotate di parcheggi coperti, verande e terrazzamenti, che venivano concesse in affitto come case-vacanza.