Dal 19 settembre, per quattro giorni, i notai si asterranno dal lavoro. La decisione di bloccare l’attività è stata presa dal SISN Sindacato Sociale Notarile per protestare contro la legge annuale sulla concorrenza, che, a detta dei professionisti “determina un artificioso e pericoloso raddoppio delle sedi notarili (già oggi oltre mille sono vacanti), sganciato da ogni riferimento al tessuto economico dei luoghi in cui il notaio opera; verrà meno la certezza, essenziale per la funzione pubblica notarile, che il notaio possa sostenere le spese di gestione dello studio per poter eseguire adeguatamente l’incarico affidatogli dalla legge”.
“Questo ingiustificato aumento – proseguono – è idoneo a determinare non solo il fallimento economico di molte sedi notarili (il comparto occupa circa 35.000 dipendenti) ma soprattutto – si legge in un documento del SISN – la “fuga” dei notai verso le zone più prospere del Paese e la prevedibile desertificazione dei servizi notarili nelle zone economicamente disagiate”.
“E’ la prima volta nella storia – spiega il presidente del SISN Edoardo Mulas Pellerano – che un sindacato notarile indice l’astensione dal lavoro. La nostra protesta è a garanzia dell’interesse pubblico: il numero programmato delle sedi notarili, dislocate con equilibrio economico anche nei luoghi più disagiati e poveri della Nazione, assicura la prestazione di un servizio fondamentale a vantaggio di tutti i cittadini, senza distinzione di residenza geografica e di classe sociale. Temiamo inoltre che il concorso pubblico notarile venga reso meno severo per l’inesistente necessità di nominare nuovi notai. Le nuove norme rischiano di incidere sul sistema-notariato italiano, tanto imitato nel mondo, e sulla sicurezza delle contrattazioni dei cittadini. I notai sono al servizio del Paese e, in quanto attributari di una funzione pubblica, per essi non può valere la concorrenza economica tipica delle imprese”