“I 58 licenziamenti e la chiusura della centrale sono l’ultimo atto che precede l’individuazione di Ottana come sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari: un piano di desertificazione studiato a tavolino”.
E’ la denuncia del deputato di Unidos, Mauro Pili, che su questo ha già presentato una interrogazione urgente al presidente del Consiglio dei ministri. In mattinata anche il capogruppo del Psd’Az aveva parlato di “Ottana nel mirino per l’individuazione del deposito”.
“I dettagli del piano del Governo sono sempre più evidenti – argomenta Pili – chiusura della centrale, chiusura della chimica, acquisto di aree immense da parte di Invitalia, opere di infrastrutturazione, a partire da due milioni di euro di illuminazione a led, per una zona industriale ormai ridotta a deserto produttivo”. Ora, aggiunge, “se la Regione non è complice di questo disegno costringa il governo a riassegnare il riequilibrio insulare energetico alla Centrale di Ottana e consenta l’immediata riapertura del polo chimico. Se questo non avverrà con atti forti è evidente che la Regione sarà complice”.
In ogni caso, precisa, “il progetto non passerà mai perché costituirebbe la morte economica della Sardegna, dal danno d’immagine allo sviluppo turistico a quello agricolo, e per questo lo fermeremo in ogni modo”.
Oggi scade il termine per la presentazione dei rilievi nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale strategica (Vas) per il Programma nazionale legato alla gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Ieri il comitato Nonucle-Noscorie ha organizzato un sit-in per ricordarlo alla Regione che, da parte sua, ha fatto sapere che le osservazioni inviate oggi al ministero dell’Ambiente si chiudono con un “No fermo al deposito di scorie in Sardegna”.