Ieri le dimissioni di massa presentate da nove consiglieri comunali di Oliena su 17, quattro di maggioranza e cinque di opposizione.

Oggi l’amministrazione guidata dal sindaco Martino Salis corre ai ripari, con la surroga di quattro consiglieri dimissionari, mentre altri cinque restano in carica in quanto, dice il primo cittadino, non hanno perfezionato le loro dimissioni. “Stallo e degrado, amministrativo politico e istituzionale mai visto” le ragioni dei dimissionari.

Il terremoto in Comune in parte rientra ma la crisi, che si trascina da mesi, rimane. Per la maggioranza escono Donatella Medde, ex vice sindaca e assessora comunale ai Servizi sociali, Lidia Puligheddu ex assessora al turismo; per l’opposizione Marcello Puddu e Antonio Maria Lostia. Rimangono in carica, invece, gli altri dimissionari: l’ex assessore alle Politiche del lavoro Alessandro Carrus, il consigliere di maggioranza Salvatore Congiu e per l’opposizione l’ex sindaco Salvatore Fele, Giuseppina Congiu e Enrica Picca.

Il sindaco Salis, dunque, va avanti e risponde a muso duro: “Hanno fatto un pasticcio anche con le dimissioni – ha detto all’ANSA – la loro è una scelta sconsiderata che potrebbe portare per la prima volta nella storia del Comune di Oliena alla nomina di un commissario, non eletto dal popolo. Le loro decisioni sono esclusivamente personali e non politiche”.

“E’ una vergogna che un sindaco non prenda atto del fatto che non ha la maggioranza – rilancia il consigliere di opposizione ed ex sindaco Salvatore Fele – Noi ci siamo dimessi con una la lettera che è protocollata, da quel momento il consiglio è decaduto, come dice la legge quando la metà dei consiglieri più uno sfiducia la maggioranza. Dopo un profonda crisi in maggioranza che ha portato negli ultimi mesi a dimissioni e rimpasti è arrivato il momento di andare a casa. Stiamo denunciando da mesi la paralisi dell’azione amministrativa ma soprattutto un degrado mai visto in questo Comune, con interrogazioni su atti illegittimi contabili e amministrativi. Il sindaco – conclude Fele – è solo attaccato alla poltrona ma non durerà a lungo perché sta violando le regole della democrazia”.