Mare fondamentale per lo sviluppo della Sardegna in chiave internazionale. Il 91% dell’import-export del territorio passa per il trasporto navale (in Italia il 37%): si tratta di circa 8,6 miliardi di euro (-20%). Scambi in calo, però: colpa soprattutto del prezzo del petrolio. Ma il primo trimestre 2017 mostra una ripresa significativa con un import-export pari a 2,9 miliardi, il doppio rispetto al 2016.
Sono gli ultimi dati di uno studio di SRM, la società di studi e ricerche per il Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo, illustrato a Cagliari nel corso di un convegno dedicato all’economia del mare promosso da Intesa Sanpaolo e realizzato in collaborazione con Confindustria Sardegna Meridionale. Il sistema dei porti sardi (Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme e Santa Teresa di Gallura) nel 2016 ha gestito 48 milioni di tonnellate di merci, il 10% del totale nazionale.
La Sardegna ha un valore aggiunto generato dal totale dei settori connessi all’economia del mare pari a 1,6 miliardi di euro, il 5,3% del totale del valore aggiunto del territorio. Secondo le stime di SRM, gli scali sardi generano 500 milioni di euro di valore aggiunto per l’economia nazionale. Allarme però a Cagliari: i primi 6 mesi del 2017 hanno mostrato un rallentamento nella movimentazione dei container: -26,7% pari a 249 mila Teu per effetto della cancellazione del porto da alcune rotte dei vettori internazionali. Anche nel settore delle crociere gli scali sardi hanno intrapreso un percorso di sviluppo con prospettive interessanti nel segmento luxury.
“Le crociere sono un ottimo volano per la destagionalizzazione”, ha sottolineato Pierluigi Monceri, direttore regionale di Intesa Sanpaolo. Altri dati emersi. Sardegna seconda regione italiana, dopo la Liguria, per numero di posti barca con un peso del 12,4% sul totale nazionale e del 27% del Mezzogiorno. Ed è seconda anche per posti barca oltre i 24 metri. La nautica da diporto, osservano gli esperti, ha un ottimo moltiplicatore di occupazione: infatti un occupato nel settore genera altri 6,4 occupati nel sistema economico. Un euro speso, ne attiva 4 nell’economia del mare. Si può fare di più? Sicuramente sì. Maurizio De Pascale, che guida la Confindustria meridionale, ha rivolto un invito al presidente dell’Autorità di sistema portuale Massimo Deiana: “Cagliari Free zone è uno strumento necessario. So che c’è di mezzo solo un problema tecnico: sono sicuro – dice – che si potrà risolvere facilmente”.