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Lunghe file nelle segreterie, telefoni costantemente occupati e caselle mail intasate. A tre giorni dalla prima scadenza per la consegna dei certificati di vaccinazione alle scuole, da Nord a Sud gli istituti vengono presi d’assalto. Le famiglie stanno ottemperando all’obbligo di presentare, entro lunedì, la documentazione che attesti la vaccinazione del proprio figlio, indispensabile per l’accesso alla scuola dell’infanzia. Ma all’appello mancano ancora tanti certificati. Alcuni istituti affermano di averne raccolti pochi, qualcuno ammette “appena il 20%”. Nella maggior parte dei casi si tratta di genitori “ritardatari”, ma ci sono anche famiglie che non vogliono vaccinare il proprio figlio e si rivolgono al dirigente scolastico per chiedere quali saranno le conseguenze. Una situazione “nuova” per tutti, che alla fine, denunciano i diretti interessati, si traduce in un sovraccarico di impegni. “L’accumulo di lavoro che grava sulle segreterie delle scuole è diventato insostenibile”, dice all’ANSA il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado. “Si è appesantito”, sottolinea, quando invece “avevamo chiesto al ministro dell’Istruzione di andare verso la semplificazione burocratica”. “All’inizio dell’anno scolastico – spiegano ad esempio dalla segreteria di un istituto comprensivo di Casamassima (Bari) – c’è sempre un sovraccarico di lavoro. Quest’anno è incrementato. Stiamo continuando a raccogliere i certificati delle vaccinazioni, oggi la segreteria è piena di genitori in attesa”. Lunghe file anche in un altro istituto comprensivo, questa volta al Nord, a Milano. “Code ce ne sono – raccontano le segretarie – sia per la questione vaccinazioni, sia per altre necessità. C’è sicuramente un sovraccarico di lavoro”. I genitori dei bambini della scuola dell’infanzia – ma anche degli altri gradi di scuola per i quali la scadenza è il 31 ottobre – “hanno cominciato a portare i certificati già ad agosto per paura di arrivare in ritardo”. Ritmi serrati anche per le segreterie del Centro, come ad esempio quelle della Capitale. “Abbiamo ricevuto molte richieste di chiarimento sulle procedure – spiega l’ufficio di un istituto comprensivo di Roma Nord – ci sono molti genitori preoccupati per le tempistiche. Il nostro lavoro rispetto agli anni scorsi è sicuramente aumentato”. “Molti genitori – aggiunge la segreteria di un altro istituto di Roma Sud – ancora non ci hanno portato nulla. Alcuni si sono proprio rifiutati e i loro figli si ritroveranno a non poter accedere alla scuola dell’infanzia”. “Al momento – precisa – abbiamo ricevuto le certificazioni di circa il 20% degli iscritti, alcune adesso stanno arrivando via mail e le stiamo scaricando una a una. Ma le consegne stanno andando a rilento”. E poi c’è “chi cade dalle nuvole”, cioè genitori che fino a ieri non erano a conoscenza dell’obbligo. “Alle nostre due scuole dell’infanzia – osserva la dirigente di un istituto padovano, Chiara Boni – sono iscritti 160 bambini ma finora le certificazioni consegnate sono pochissime. Le lezioni cominciano il 13 settembre, non mi piacerebbe dover arrivare al punto di negare l’accesso a qualche bambino perché le famiglie non hanno ancora consegnato la documentazione”. Alcuni, nonostante la campagna di informazione, hanno affermato di non essere a conoscenza della scadenza. Diverso il caso delle famiglie contrarie alla vaccinazione, che “mi hanno scritto via email chiedendomi cosa intendessi fare”. Vanno meglio, infine, le cose a Napoli, in un istituto scolastico di Pianura. “Le certificazioni – afferma il preside Rosario Testa – stanno arrivando e non ci sono state particolari proteste da parte dei genitori. Per ora – conclude – sta procedendo tutto regolarmente”.