Alle scelte “sabaude” della Giunta Pigliaru, con la soppressione di interi servizi sanitari, lo svuotamento sino alla chiusura degli ospedali pubblici dei territori disagiati e delle città della Sardegna, il 7 Settembre noi sardi dobbiamo rispondere in modo unitario in Piazza. Non è più tempo di divisioni, di deleghe e di pericolose attese, ognuno di noi deve manifestare il proprio dissenso contro la ferocia di una classe politica locale che non risponde ai bisogni, ai diritti e agli interessi delle nostre collettività.
Uniti per:
- Difendere il diritto alla salute dei sardi
- Salvare e potenziare gli ospedali pubblici dei territori disagiati
- Contro la privatizzazione del Sistema Sanitario Pubblico
- Contro le “mangiatoie politiche” e i “buchi di bilancio” che vogliono far pagare ai sardi
- Contro la demagogia dei Politici locali e di certi Senatori, che dopo aver barattato il proprio sostegno per la ASL Unica e al supermanager Moirano, in cambio di posti di potere (vedi ad esempio la presidenza della Sfirs), dichiarano alla stampa “la propria preoccupazione perché sulla Sanità e l’Urbanistica potrebbero perdere il governo della Sardegna…”. Dichiarando così che la priorità non sono i diritti dei sardi alla Salute e al rispetto della vocazione del nostro territorio e delle sue attività tradizionali, ma che la priorità è la conservazione del proprio potere, con la demagogia e dell’inganno.
Uniti per:
- Salvare i pastori e tutta la filiera agropastorale
- Sollecitare gli interventi richiesti dai pastori per l’emergenza in corso
- Far sì che il settore agropastorale sia parte integrante di un programma di governo della Sardegna
- La Difesa della vocazione dei nostri territori e Contro la cementificazione prevista dalla nuova Legge Urbanistica
- La Difesa della Salute ambientale
- Contro la minaccia del deposito nella nostra Terra delle scorie radioattive.
- La Tutela della Cultura, della Lingua sarda e della Scuola Pubblica in Sardegna
- Salvare i diritti di un Popolo alla Salute, alla Sopravvivenza e alla sua Emancipazione culturale, economica e politica.
L’opinione di Sardigna Libera