Altre 76 firme raccolte dal Partito Radicale nel carcere di Lanusei e in quello di Isili, si aggiungono alle 250 sottoscrizioni incassate nelle prime 24 ore dalla Carovana per la Giustizia, sbarcata in Sardegna quattro giorni fa per sostenere la proposta di legge per la separazione delle carriere dei magistrati. Domani la Carovana si sposterà nel carcere di Nuoro e in serata ci sarà un evento organizzato con la Camera Penale locale nell’area prospiciente l’Ex.Mè. Nel frattempo prosegue anche la campagna per raggiungere i 3.000 iscritti al partito.

E arriva l’endorsement di don Ettore Cannavera, già presidente dei cappellani sardi, fondatore e guida della Comunità La Collina di Serdiana. Il sacerdote, sempre in prima fila sulle questioni che riguardano il carcere e la giustizia, ai microfoni di Radio Radicale ha spiegato che a Serdiana “diamo un futuro che il carcere non può dare. Questo spirito l’ho maturato anche grazie a Marco Pannella e alla battaglie del partito. Pur avendo alcuni problemi con la mia Chiesa, sto riscontrando che molti cristiani sono d’accordo con la mia scelta evangelica e mi dicono che si iscrivono al Partito Radicale.

È importante raggiungere i 3.000 iscritti: io sarò tra quelli e quando il mio vescovo lo saprà gli ribadirò che mi sono iscritto perché sono cristiano”. Secondo Cannavera, “il carcere purtroppo è diventato l’ultimo luogo in cui si racchiudono tutti quei soggetti le cui problematiche la società non sa affrontare. Perciò dico che è una discarica sociale. In carcere ci dovrebbero essere i veri delinquenti, invece ci finiscono i malati, i sofferenti, i disagiati, quelli che la società rifiuta. I politici e l’opinione pubblica vogliono per forza la galera, mentre non sanno che il vero recupero avviene in strutture come quella di Serdiana”.