Un obbligo di dimora e un fermo. Sono i primi risultati dell’indagine condotta dalla Squadra mobile di Nuoro sulla rapina messa a segno il 26 agosto scorso ai danni di un 33enne, cliente del chiosco situato sul belvedere della Solitudine.

L’obbligo di dimora ha colpito Giovanni Bussa, mentre in cella è finito il figlio Giuseppe, entrambi allevatori nuoresi. I due, insieme ad altre sei o sette persone non ancora identificate, avevano aggredito il giovane prima verbalmente e poi fisicamente con calci e pugni. Non contenti, gli avevano rubato le chiavi dell’auto, fuggendo con la sua vettura. Soccorso e trasportato all’ospedale San Francesco, il 33enne era stato medicato per traumi facciali, trauma cranico e ferite varie.

Gli agenti della Squadra volante e gli investigatori della Mobile avevano subito avviato le indagini. Giovanni Bussa era stato fermato poco dopo il fatto, ma il Gip non ha convalidato il provvedimento disponendo nei suoi confronti l’obbligo di dimora. Il figlio Giuseppe, invece, si è costituito ieri alla Squadra mobile e ora si trova in carcere.

Le indagini proseguono per individuare gli altri aggressori e chiarire gli esatti contorni della vicenda: dai primi accertamenti, infatti, sembra che tra i due indagati e la vittima vi fossero vecchi rancori.