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“I nostri accertamenti escludono la presenza di fuori norma biologici, e già da lunedì mattina Abbanoa l’ha comunicato al Comune di Sassari e all’Ats, che il 22 agosto aveva riscontrato una presenza di coliformi anomala e circoscritta a un unico punto di campionamento”.

Così il gestore idrico ridimensiona la polemica a distanza con il sindaco Nicola Sanna e rispedisce al mittente le accuse mosse dal primo cittadino. Due giorni fa Sanna aveva dovuto emettere l’ennesima ordinanza di non potabilità dell’acqua, questa volta per i quartieri di San Camillo, Monte Furru, Cappuccini e via Tola. Irritato per una situazione che si ripete con una regolarità e una frequenza davvero notevoli, il sindaco, anche come presidente dell’Egas, l’ente pubblico di governo dell’acqua in Sardegna, aveva sbottato: “Mi auguro che questa fase provvisoria, con un imminente cambio ai vertici della società, sia davvero l’occasione per giungere a una gestione che smetta di penalizzare Sassari e le altre comunità isolane”. Parole pesantissime, alle quali Abbanoa ha subito replicato.

“I periodi di non potabilità si sono drasticamente ridotti rispetto agli anni passati”, è la prima osservazione del gestore. “I nitriti – ha poi precisato – sono il prodotto della disinfezione dell’acqua, che in questo periodo è molto più frequente per ovviare alla pessima qualità delle acque prelevate”. “Le dichiarazioni allarmistiche di questi giorni sono incomprensibili”, attacca l’amministratore unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti. E certi allarmi sono tanto più inutili se a formularli è “chi ricopre ruoli istituzionali che dovrebbero essere esercitati con maggiore equilibrio e spirito di collaborazione”. Per il gestore, quindi, le responsabilità della crisi idrica sassarese sono da ricercare nelle pessime condizioni delle condotte, con “tassi di dispersione di oltre il 50%”.

“Sono stati fatti importanti investimenti, a partire dai due potabilizzatori di Truncu Reale e Bidighinzu – sottolinea Abbanoa – ma nessun fuori norma ha riguardato l’acqua in uscita da questi impianti, perciò le cause di non potabilità dipendono solo dalle condizioni ammalorate delle reti”.