“L’accusa più o meno velata di accondiscendenza nei confronti di investitori o addirittura di rappresentanti diplomatici stranieri è falsa e infamante. Frutto probabilmente di una miopia di fondo che impedisce di scorgere la vera posta in gioco”.
Lo dice l’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, in risposta alle dichiarazioni della presidente dell’associazione Lamas, Maria Antonietta Mongiu.
“Occorre – prosegue Erriu – una legge equilibrata che assicuri la tutela e la salvaguardia dei valori ambientali, che nessuno mette in discussione, con le sacrosante esigenze di sviluppo avanzate da quanti sono concretamente impegnati a far uscire la Sardegna da una crisi economica devastante che toglie speranza ai disoccupati e futuro ai giovani. Una legge, soprattutto, che dia regole certe per il governo del territorio e riduca i tempi di risposta delle pubbliche amministrazioni. Chi parla di asservimento a potentati stranieri o prefigura scenari apocalittici a danno di spiagge, paesaggi costieri o altri beni tutelati usa argomenti più politici e ideologici che di merito”.
“La verità – dichiara l’esponente della Giunta Pigliaru – è che in una economia globale, e in una situazione nella quale le risorse degli operatori locali sono storicamente limitate, rifiutare pregiudizialmente gli investimenti stranieri è irresponsabile nei confronti di quanti, giovani e non, dipendono da iniziative imprenditoriali di qualità per poter vedere garantito il proprio diritto al lavoro. Troppo spesso gli appelli a una tutela integralista dell’ambiente sembrano provenire da ambienti poco sensibili all’attuazione concreta di questi diritti, e far leva strumentalmente su una atavica diffidenza nei confronti dello ‘straniero’ – attacca Erriu -, che non sempre è stato più rapace di certa imprenditoria locale”.
“L’impegno della Regione – sottolinea l’assessore – è di garantire che tali investimenti non svendano il patrimonio ambientale che ne costituisce il vero fattore di attrazione. La procedura indicata nel disegno di legge urbanistica della Giunta per vagliare e governare questi investimenti è particolarmente severa e li sottopone a una rigorosa verifica preliminare che ne assicuri le ricadute economiche per il territorio nel rispetto di una fruizione corretta dei stessi valori ambientali. Tale procedura non solo non consente di superare i principi del Piano Paesaggistico, ma è rigidamente rispettosa di quanto previsto dalle norme nazionali sul paesaggio, tanto per quanto riguarda le competenze regionali che ministeriali, in quei casi specifici in cui, come previsto da tali norme, se ne rendesse necessaria la verifica e l’adeguamento. Appare inoltre singolare quanto sia corta la memoria di coloro, che pur avendo amministrato per decenni territori tra i più densi di insediamenti turistici alberghieri e residenziali, e neppure dei più esemplari, si facciano oggi, a cose fatte, paladini di una tutela integralista di territori che, amministrati con maggior cautela, avanzerebbero oggi il diritto a una economia turistica e produttiva sostenibile. Per quanto ci riguarda – conclude Erriu – confermiamo la disponibilità ad un confronto libero e privo di pregiudizi nel merito delle questioni più delicate aperte da tempo e su cui registriamo posizioni non univoche”.