Il disegno di legge sull’urbanistica deve essere ritirato e, se possibile, anche la proposta presentata dai consiglieri regionali del Pd vicini a Renato Soru deve sparire dal tavolo. Come “gesto di grande riconciliazione” e per riprendere quella “dialettica di riconoscimento reciproco” che sta alla base della democrazia. Il provvedimento della Giunta, poi, “non è emendabile” perchè “l’idea di Sardegna è sbagliata”. Non solo: “non può essere l’ambasciatore del Qatar a definire l’agenda della massima istituzione regionale”.

Esercita il “diritto di dissenso”, Maria Antonietta Mongiu, ex assessora della Cultura della Giunta Soru, a capo del Fai fino a poco tempo fa e attuale presidente dell’associazione Lamas. Da Pattada, in una delle assemblee pubbliche che porteranno al convegno sulla sostenibilità ambientale di metà ottobre, lancia un appello al governatore Francesco Pigliaru – “che ho più volte invitato a partecipare a questi incontri” – perché faccia un passo indietro su un tema che ha fatto vacillare e cadere diverse Giunte, tra cui appunto quella guidata dal patron di Tiscali.

C’è rammarico nelle parole della Mongiu per l’azione portata avanti da un presidente “amico”, sostenuto con convinzione al momento della campagna elettorale, e per quella maggioranza che oggi invece “si sta assumendo l’onere di alienare la responsabilità”, una coalizione “eterodiretta” che al contrario dovrebbe “difendere un territorio ancora inviolato”. Non un’onda contro per partito preso, spiega l’ex assessora, ma uno stimolo critico per cambiare strada. E la sua non è l’unica voce critica: Tore Sanna, ex sindaco di Villasimius, esponente regionale del Pd e vice presidente di Federparchi, ritiene il ddl proposto dall’assessore Cristiano Erriu “l’esatto contrario della sostenibilità” .

“E’ un provvedimento che, insieme alla legge sul turismo, presenta elementi di infrazione con l’idea di sviluppo del Piano paesaggistico regionale”, argomenta l’esponente dem. Insieme alla riforma degli enti locali rappresenta, sottolinea Sanna, una “visione della Sardegna che non ha niente a che vedere con la sostenibilità, un aspetto che non va visto solo nel suo carattere ambientale, ma anche nel campo sociale ed economico”. C’è anche chi ha provato a riscrivere le norme proposte dalla Giunta, sovrapponendo le due strutture testuali. L’architetto Alan Batzella ha così presentato una proposta alternativa, sollecitato dal gruppo consiliare di Art.1-Mdp.

“Il piano paesaggistico è ancora incompleto – osserva l’esperto – anche se il limite dei 300 metri può essere visto come una moratoria che non può essere infinita. Bisogna poi definire il fabbisogno antropico di ciascun territorio, considerando che nel ddl ci sono norme intruse che vanno tolte”. E se l’antropologo Bachisio Bandinu teorizza di “recuperare il concetto di terra, terrinu e logu”, l’ingegnere Mauro Gargiulo, già direttore dell’Agenzia regionale del territorio, sostiene che il testo sull’urbanistica “è una legge di governo del territorio, quindi è altro. Ci sono elementi di non negoziabilità, come la sostenibilità e il consumo del suolo, e la conservazione dei beni paesaggistici, che devono invece essere alla base della legge urbanistica”.