L’altro ieri Gigi Riva, ieri Wayne Rooney, oggi Andrea Belotti. Cambiano i tempi e gli interpreti, ma la rovesciata resta sempre un gesto di altissima scuola. Di quelli impressi nella memoria.
Tanto da trovare spazio anche nella storia del cinema, grazie al regista John Huston che la immortalò – protagonista Pelè – nel film Fuga per la vittoria. La rovesciata è da sempre un gesto stilistico che richiede slancio, potenza, preparazione atletica e un pizzico di follia.
Il gol di Belotti contro il Sassuolo viene consegnato alla storia, ma prima di lui altri campioni avevano regalato perle di grande acrobazia stilistica. I meno giovani rimangono affezionati al ricordo della prodezza di Riva, nell’anno dello scudetto del Cagliari (1970): la sua rovesciata lasciò di stucco il portiere Pietro Pianta del Vicenza, con il quale fino a qualche anno prima si allenava in Sardegna.
‘Rombo di tuono’ lasciò a bocca aperta il pubblico del Menti e tutt’ora le immagini di quel sontuoso gesto atletico fa il giro della web. Giusto mostrarlo ai giovani. Marco Van Basten si rivelò al mondo con la maglia dell’Ajax, nella sfida contro il Den Bosch, il 9 novembre 1986, realizzando un gol da lasciare a bocca aperta, con una rovesciata dal limite dell’area.
Il gesto venne imitato dallo svedese Zlatan Ibrahimovic, protagonista di una prodezza formidabile – ma da 30 metri – contro l’Inghilterra. A San Siro, ‘Kalle’ Rummenigge deliziò la platea in Inter-Rangers del 1984: il suo sarebbe stato il più bello di sempre, tra quelli del genere, ma venne annullato per gioco pericoloso. Anche Diego Maradona lasciò un ricordo in rovesciata, realizzando nell’88/89 contro il Pescara un gol da terra spalle alla porta. Straordinaria anche la prodezza di Ronaldinho in Barcellona-Valencia del 1999. Tornando all’Italia, Pasquale Luiso, il ‘Toro di Sora’, verrà sempre ricordato per quel gol al Milan con una perfetta bicicletta volante.
Era il 1995. Lo stesso vale per il francese Youri Djorkaeff che, contro la Roma, nel 1997, andò a calciare il pallone in cielo, sfidando le leggi della fisica. Lo stesso fece Bressan, in Champions, nella Fiorentina contro il Barcellona. E che dire del già citato Rooney che, nel 2011, regalò una perla indelebile nel derby contro i ‘cugini’ del Manchester City.