L’ultimo schiaffo al Sulcis Iglesiente secondo l’Udc è arrivato dal disegno della ciclovia Sardegna.
Un accordo tra i ministri dei trasporti e dei beni culturali con la Regione che rilancia il turismo alternativo nell’Isola, con le due ruote protagoniste della nuova scommessa. Piste ciclabili che attraversano i territori della Sardegna, con oltre 1230 chilometri di tracciato, “ma il Sulcis Iglesiente è stato cancellato dalla cartina geografica”.
Da qui la rivolta del capogruppo regionale Udc Gianluigi Rubiu, con un’interrogazione urgente alla giunta regionale: “Siamo condannati a restare senza strade alternative allo sviluppo – mastica amaro il rappresentante centrista, che si fa portavoce del dissenso del territorio – La nostra area è un cimitero di fabbriche, con un esercito di senza lavoro. Miniere abbandonate trasformate in cavità senza un futuro. Certo, nessuno può negare l’impatto che avrebbero avuto le ciclovie sui paesaggi mozzafiato, ma questa opportunità è stata negata con l’assenso del presidente Pigliaru”. Dunque, tra le antiche miniere di Masua, Monteponi, San Giovanni per passare alla Galleria Henry di Buggerru e al sito di Villamarina, non passerà nessun circuito per le biciclette.
“Così – aggiunge Rubiu – rischiano di bloccarsi anche i cantieri per la realizzazione delle piste ciclabili in diversi Comuni del territorio, con lo stop forzato al collegamento tra le miniere e le coste del Sulcis Iglesiente che si aprono a Nebida e dintorni”. Il capogruppo centrista chiede l’inserimento dell’area sulcitana nel progetto: “Perché – conclude Rubiu – attraverso questo strumento si può iniziare a costruire uno sviluppo alternativo, richiamando migliaia di turisti tra i sentieri ciclabili del Sulcis Iglesiente”.