Inutilizzato il tesoro edile della Sardegna: fermi 7,5 miliardi di euro fra interventi pubblici ed edilizia privata, e la nuova legge urbanistica “impantanata” in una disputa ideologica.
E’ la denuncia del segretario generale della Filca Cisl, Giovanni Matta. “La ripresa economica che sta interessando il sistema italiano sembra ancora non coinvolgere la Sardegna: tasso di disoccupazione regionale al 18,9%, per un totale di quasi 100mila sardi che non trovano lavoro; quasi altrettanti gli ‘scoraggiati’. Nel settore industriale, che non scoppia di salute, l’edilizia – precisa Matta – manifesta i sintomi più preoccupanti. A nove anni dall’inizio della crisi questo comparto ha visto dimezzarsi il monte salari, crollare le ore lavorate mentre gli occupati, nel 2008 a quota 54.000, oggi non arrivano a 23.000. Ciò che preoccupa, oltre la durata della crisi, è la trasformazione in negativo che il settore edile ha subito.
Dagli ultimi dati evidenziati dagli Enti Bilaterali, Casse Edili provinciali, Edilcassa regionale, Cassa Edile artigiana, ogni lavoratore è occupato per 870 ore all’anno, in aziende sempre più piccole (3,5 unità di media) e, soprattutto, ha un profilo professionale basso: il 53% circa degli addetti è inquadrato come manovale. Vi è poi una forte, nonché, preoccupante destrutturazione del settore che incide in modo significativo sulla qualità dei manufatti”. Per la Filca Cisl “non è più rinviabile l’adozione di misure straordinarie per rilanciare il settore, quindi l’occupazione non solo nei cantieri edili. E’ urgente agire subito su più fronti: 1) sbloccare tutte le risorse destinate alle opere pubbliche, molte di queste, 68 per la precisione, con il cantiere aperto da oltre 20 anni, in alcuni casi da 30. 2) La Sardegna, a seguito di Patti con il governo nazionale, misure d’intervento comunitario, unitamente agli stanziamenti regionali, gode di una dote finanziaria di quasi 2,5 miliardi di euro tutti destinati alla realizzazione di infrastrutture.
Devono diventare cantieri e posti di lavoro. 3) Rilanciare l’edilizia privata che da sola vale investimenti per un valore di circa 5 mld con un effetto moltiplicatore, in termini di occupati e di risorse interessante. Occorre però una legge urbanistica che fissi regole moderne: suoli utilizzabili, nuove modalità costruttive, materiali da impiegare (eco compatibili ed eco sostenibili) possibilmente prodotti in Sardegna”. “La legge urbanistica promessa dalla Giunta, e in discussione in Consiglio regionale, pure apprezzabile per i contenuti – sottolinea Matta – appare impantanata in una disputa meramente ideologica relativa alle distanze dal mare”.